di Costanza Penna
Il Meeting muove e fa muovere. È la scoperta di Edoardo, che ha portato l’edizione di quest’anno a Salsomaggiore. Cosa vede attorno a sé lo stupisce di continuo: «Un negoziante del quartiere che ci ha conosciuto ci ha prestato il televisore su cui vediamo gli incontri. Lo ha fatto gratuitamente e già questo è pazzesco, qualcuno che ti dà una cosa senza chiedere nulla in cambio. Ma ieri sera, poco prima dell’incontro, il televisore ha smesso di funzionare: l’ho chiamato al volo e lui in cinque minuti è arrivato con uno sostitutivo. Ecco cosa genera, come muove un’esperienza come il Meeting, anche per chi non ne partecipa direttamente. Questo è bellissimo».
Edoardo è un vero emiliano, pragmatico e tutto di un pezzo. È presidente di Cantiere Lavoro, società di volontariato che si occupa di affiancamento nella ricerca di un lavoro. Proprio avendo in mente quelli che aiuta ha deciso di portare il Meeting a Salsomaggiore. «A noi interessano le persone: non aiutiamo solo a trovare lavoro, ma a essere se stessi nella ricerca. Ecco perché il Meeting era imperdibile per loro, tanto più in questo periodo di crisi: tra incontri e mostre, è un aiuto proprio in questo senso». Li ha quindi invitati, e tramite passaparola, anche tutti gli amici.
«La sede della nostra società è un negozio che ci è dato in comodato d’uso gratuitamente ed è un posto semplice. Con le normative Covid non può ospitare più di venti persone, ma non importa. Anche fossimo in due sarebbe bello allo stesso modo». Il programma a Salsomaggiore è molto denso: tutti i giorni incontri in diretta e in differita dalle 15 alle 19 e tre serate, la prima dedicata alla presentazione della mostra Bethlem Reborn. «Non è che ci troviamo per vedere la televisione – ci saremmo subito annoiati – o per essere nostalgici della Fiera. Ciò che vediamo non è scontato. Io, che sono ormai in pensione, mi accorgo che c’entra proprio con me. E succede anche agli altri. Partecipando al Meeting ricominciamo a farci delle domande. Per questo è stata una rinascita dell’amicizia con tutti, anche con quelli che conosco da vent’anni, persino con mia moglie. Ci guardiamo davvero negli occhi».
Edoardo è stringato nell’esprimersi, ma trapela tutta la gratitudine per il Meeting: è presente dall’82 senza aver mai saltato un anno, eppure: «Questo è stata l’edizione che ho vissuto più intensamente di tutte». Davvero, insomma, una Special Edition.