Rimini, venerdì 21 agosto – Una “serata da Oscar” costellata di ospiti d’eccezione quella del 21 agosto al Meeting per ricordare “L’artista e l’amico Federico Fellini”.
Invitati dalla giornalista Francesca Fabbri Fellini, nipote e attentissima curatrice dell’eredità artistica del Maestro, presenti sul palco, come il “mago, direttore della fotografia” di film come “I Clown”, Blasco Giurato, oppure in collegamento video diretto o presenti attraverso contributi filmati inviati per l’occasione, grandi personaggi delle spettacolo del cinema hanno raccontato, come in “un amarcord”, “il loro Fellini” come l’amico, il maestro, il “faro” come era chiamato dai collaboratori di Cinecittà.
Sono intervenuti: Giuseppe Tornatore, Sergio Rubini, Nicola Piovani, Matteo Garrone, Liana Orfei, Pupi Avati, Paolo Virzì, Carlo Verdone, Eugenio Cappuccio.
«Nulla si sa tutto si immagina», diceva Fellini, e Francesca Fabbri Fellini ha raccomandato caldamente ai giovani che non lo conoscono di imparare su di lui anche tramite la lettura del libro “Fare un film”, scritto dal regista riminese: «“Fare un film”, diceva Fellini, “é scrivere con la luce”. Perciò il suo è un libro da leggere pieni di meraviglia, che calza a pennello con la sua filosofia delle vita. Fellini aveva sempre “un binocolo” aperto sulla meraviglia, e ha sempre mantenuto uno sguardo come quello di un bambino su di una giostra magica. Come disse Roberto Benigni il giorno in cui Fellini morì: “Pensavo che Fellini fosse come l’olio e che mai potesse scomparire”».
«Il set di Fellini, dove ho imparato veramente tutto, ha significato l’inizio della mia carriera», ha ricordato Blasco Giurato. «La cosa veramente magica di Fellini era che era anche un grande direttore della macchina da presa».
Non sono mancati anche ricordi legati a grandi personaggi che furono anche amici del Meeting, come Sergio Zavoli ed Ennio Morricone, che vi tenne due memorabili concerti.
La serie dei contributi ha preso il via dalle parole significative e toccanti del premio Oscar Giuseppe Tornatore: «Ogni suo film, ogni volta lo si riguarda, ci appare con qualcosa di nuovo, nuove riflessioni si offrono rinnovate al nostro sguardo. Sono opere che si trasformano. Il suo sguardo cattura non solo gli amanti del cinema, ma tutti coloro che sono affascinati dal mistero umano. Un cinema antropologico, soggettivo, personale, ma che appare comunque “il nostro”».
Sullo schermo del Palacongressi sono apparse anche le foto d’epoca del grande Carlo Riccardi, che l’Archivio fotografico Riccardi ha gentilmente concesso per questa serata. La foto più significativa, ha detto Francesca Fabbri Fellini, è quella che vede Fellini e Giulietta Masina abbracciati dopo la consegna a Los Angeles dell’Oscar al film “La strada”.
«Eppure io credo che se si facesse silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire»: con la frase conclusiva di Roberto Benigni nell’ultimo film di Fellini, “La voce della luna”, Francesca Fabbri Fellini ha chiuso la serata.
(M.T.)