Ci ha lasciati padre Georgij Orekhanov, curatore nel 2013 insieme a Lidija Alekseevna Golovkova della mostra del Meeting ‘La luce splende nelle tenebre. La testimonianza della Chiesa Ortodossa russa negli anni della persecuzione sovietica’.
Prorettore dell'Università ortodossa San Tichon a Mosca, padre Georgij è stato un amico che il Meeting si è sentito molto vicino. Tante le volte in cui ci ha donato il suo prezioso contributo umano e culturale. Come quando una delegazione riminese si è recata a Mosca per preparare proprio la mostra dedicata alla Chiesa ortodossa. «Non dimenticherò mai il calore con cui ci ha accolti nella sede della San Tichon, la sua disponibilità, il suo desiderio che tutto potesse procedere nel migliore dei modi. Da subito ci siamo sentiti amici, compagni di strada in un abbraccio reciproco», ricorda Alessandra Vitez, responsabile Mostre Meeting. «Abbiamo lavorato intensamente insieme a lui e ai suoi studenti per una mattinata e un pomeriggio interi e ricordo ancora il suo forte desiderio affinché noi tutti paragonassimo le nostre vite e le nostre esperienze alla luce della testimonianza dei martiri. Questo ha caratterizzato molto, poi, la mostra».
Pur non essendo mai stato relatore, fu presente dal Meeting dal 2007 al 2013 e rappresenta uno dei punti più vivi e sensibili del dialogo tra il Meeting e il mondo ortodosso russo. Nel 2015 aveva offerto un suo commento (pubblicato dal mensile Tracce) al tema di quel Meeting, ‘Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno’. “L’incontro con ciò che riempie questa mancanza, cioè il significato delle cose, deve avvenire nella realtà. L’incontro con il compimento del proprio deserto non avviene perché l’uomo, il più delle volte, non ha uno sguardo autentico su di sé e su ciò che lo circonda. Questo dipende dal fatto che siamo concentrati sui nostri problemi, su noi stessi. Invece quello di cui stiamo parlando è una mossa che da noi va verso gli altri. Quando accade, la vita si riempie di un amore inatteso”, aveva scritto Orekhanov.
«Era molto colpito dal Meeting», ricorda Alessandra. «Era sinceramente stupito dai tanti giovani che aveva incontrato alla manifestazione, dalla loro lieta gratuità nel lavoro volontario. E si domandava come ciò accadesse, come si facesse a rendere interessante per i giovani un’esperienza culturale e di fede. Aveva una grande domanda sull'esperienza educativa».