Rimini, 23 agosto 2019 – Dopo i concerti tenuti nel 1993 e nel 1995, Edoardo Bennato e la sua band sono stati ancora applauditissimi protagonisti del Meeting sul palco dell’Auditorium Intesa Sanpaolo B3. Accompagnava Bennato la formazione ormai consolidata composta da musicisti del calibro di Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Arduino Lopez (basso), Roberto Perrone (batteria), ognuno anche protagonista, in vari momenti del concerto, di splendidi assoli strumentali.
Dopo lo strepitoso successo del tour teatrale, oltre due ore di musica live, rock ad altissimo livello, coinvolgimento emotivo e video colorati e riuscitissima interazione con il pubblico a rendere il concerto non una semplice esibizione, ma una vera e propria esperienza emozionale, grazie anche al contributo della sua attività di pittore, ingegnere grafico, disegnatore, con i video delle sue “pitture in cammino”.
«Siamo nel tempo in cui aumentano gli squilibri, i conflitti, i contrasti sociali e politici», ha detto il musicista aprendo il concerto. «Aumentano i nostri dubbi, ma non ho dubbi mai sulla capacità vitale, energetica, sovversiva, provocatoria, reazionaria del rock’n roll». Si inizia così con “Abbi dubbi” e la temperatura sale subito grazie all’energia strepitosamente infusa dall’inossidabile rocker partenopeo, accompagnato in molti brani dal pubblico in coro.
Un vivacissimo carosello rock di successi senza tempo, che hanno colpito anche per l’ironica attualità dei testi applicata a quella che egli definisce «quest’Italietta ancora collodiana… Ci sono ancora tutti i personaggi di Pinocchio… Neanche Collodi avrebbe potuto immaginare nel 2019 un’Italia così». E naturalmente non potevano poi mancare “Il Gatto e la Volpe “, “Il Paese (notare la P maiuscola) dei Balocchi”, “Il comico grillo parlante”, seguita da “Meno male che adesso non c’è Nerone”, “Mangiafuoco”, “Capitan Uncino”, “Mastro Geppetto” («Un pensionato, un ex artigiano, che è rimasto solo e interloquisce con un pezzo di legno»), “L’isola che non c’è”, “Cantautore” e la divertita “Ho fatto selfie”.
Con altri brani ha ricordato tra rabbia ed ironia propria città, sottolineando come essa appaia luogo di contraddizioni, di tensioni sociali, che sono proprio il segreto delle sue «canzonette»: come “A Napoli 55”, perché «a Napoli 55 significa “’a musica”», “Bagnoli”, che dovrebbe essere, dopo la fine dell’Italsider, rilanciata dal punto di vista turistico e «ci vorrebbero a questo scopo trenta bagnini romagnoli».
Il musicista ha preso anche spunto da alcune foto relative ai suoi giovanissimi esordi con il gruppo formato insieme a due fratelli, con partecipazione a spettacoli televisivi condotti da Enzo Tortora, per rendere omaggio al conduttore vittima di un processo indotto da un clamoroso errore giudiziario. Ed è stata eseguita la versione fatta da Bennato della rossiniana “Aria della calunnia”, mentre scorrevano sullo schermo le immagini del calvario giudiziario di Tortora, e anche di Mia Martini, pure vittima di calunnie e maldicenze.
Ancora uno stringente richiamo all’attualità con la recente “Pronti a salpare… senza falsi documenti, come autentici emigranti, prima che sia troppo tardi”?
Acclamato dal pubblico, alla fine del concerto il musicista ha concesso ancora vari altri brani accompagnati da cori e danze, fino alla ripresa corale della trascinante “Ho fatto selfie”.
(M.T.)
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