CONDIVISIONE, CONNESSIONE, ELETTRICO E AUTOMATIZZATO. LE NOSTRE CITTÀ SONO PRONTE A TUTTO QUESTO?
Rimini, 21 agosto – «La tecnologia oggi ci sta dando la possibilità di soluzioni 2.0 a necessità che già avevamo. L’uomo ha da sempre il bisogno di muoversi. Se non ci muoviamo non viviamo. Ciò che deve cambiare è la filosofia alla base del movimento». Gianni Galluccio, general manager Italia Cityscoot ha aperto così il suo intervento durante il convegno tenutosi stasera presso l’Arena Polis Edison A1 e al quale hanno partecipato anche Giulio Foldes, strategy & transformation director Leaseplan Italia, Barbara Marinali, consigliere autorità di regolazione dei trasporti, Andrew Tikofsky, Amt consulting e Andrea Dellabianca, ad Notess.
Il tema della mobilità in città implica trasformazioni necessarie a un continuo sviluppo dei luoghi metropolitani affinché possano essere sempre più rispondenti alle esigenze di una popolazione urbana che cresce di anno in anno. «Per chi si occupa di mobilità questo è un momento storico affascinante ed entusiasmante» ha dichiarato Foldes. Lo sviluppo degli ultimi anni in tema di innovazione sta modificando in maniera sostanziale le possibilità di muoversi delle persone all’interno delle città. In più va considerato il fatto che entro i prossimi trent’anni i due terzi della popolazione globale abiterà nei centri urbani. Le sfide allora saranno due: la densità di popolazione elevata e la necessità di muoversi secondo determinate esigenze.
Il futuro, in realtà, è più vicino di quanto pensiamo. Ci sono già infatti tante nuove opportunità nel campo della mobilità, soprattutto per quanto riguarda le grandi città come Roma o Milano. Ultimamente si sta puntando soprattutto verso un superamento della proprietà del veicolo verso una forma di condivisione con altri utenti. In più, grazie allo sviluppo tecnologico e a una copertura della rete potenziata, nel futuro prossimo i mezzi di trasporto avranno la possibilità di essere connessi tra di loro. Ultimo, ma non meno importante, il mondo dell’elettrico, già una realtà consolidata: molti costruttori generalisti hanno infatti pronti veicoli a diversi livelli di elettrificazione. Va tenuto conto però anche della prontezza dei paesi ad accogliere le innovazioni in ambito mobilità. Per quanto riguarda l’elettrico ad esempio serve un forte sviluppo delle infrastrutture e un’assistenza attenta al cliente che permetta di avvicinarsi a questa nuova realtà con tranquillità e sicurezza. Allo stesso modo, la guida automatizzata richiede un rinnovamento dei nostri centri urbani. «Una macchina a guida autonoma per non andare fuori carreggiata ha bisogno delle doppie strisce. Se sono sbiadite, la macchina non le vede», ha sottolineato Marinali. In Italia oggi la manutenzione di infrastrutture tradizionali non è adeguata nemmeno per una tecnologia semplice. Lo sviluppo tecnologico corre mentre le infrastrutture vanno a rilento. Per rivoluzionare la mobilità serve una commistione tra pubblico e privato per uno sviluppo parallelo di infrastrutture e mezzi di trasporto.
Rimane centrale dunque il ruolo della persona. Sarà sempre l’essere umano a far accadere le cose e a interagire con le macchine. Lo scopo della tecnologia deve allora essere quello di aiutare le persone, non sostituirle. La guida automatizzata, ad esempio, deve essere vista come un’opportunità per migliorare le prestazioni dell’uomo alla guida e perché no, rendere le nostre strade più sicure.
(C.B.)
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