BARBOLINI, CAMPAGNA, RODA E SACCHI: ESPERIENZE DI VITTORIE MATURATE ANCHE DA SCONFITTE, SEMPRE DA PASSIONE E DISCIPLINA
Rimini, 21 agosto – Prosegue la serie di testimonianze dei grandi protagonisti dello sport al padiglione C7 del Meeting, offerte in collaborazione con Master Group Sport. Lo sport come piattaforma di amplificazione di tematiche etiche ed educative passa questa volta attraverso gli interventi degli “Allenatori che hanno fatto la storia dello sport”, come recita il titolo dell’incontro coordinato da Giovanni Bruno, editorialista di Sky Sport, che ha visto la partecipazione di Massimo Barbolini, allenatore della Igor Gorgonzola Novara, Sandro Campagna, CT della nazionale italiana di pallanuoto, Flavio Roda, presidente della federazione italiana sport invernali, e Arrigo Sacchi, mister pluridecorato.
Dietro ai campioni e alle vittorie ĆØ imprescindibile il ruolo dell’allenatore, che gestisce ma soprattutto costruisce il gruppo e la strada che porta al risultato. Il dono naturale non puĆ² fruttare se non guidato e modellato dalle mani esperte di un maestro.
La prima provocazione ĆØ stata offerta a Sandro Campagna, che a partire da una riflessione sul rapporto tra vittoria e sconfitta ha costruito la recente vittoria mondiale del settebello azzurro: Ā«Quando si commenta un risultato prestigioso non si puĆ² non ricordare da dove si ĆØ partiti. Nel 2009 il settebello con me in panchina ha raggiunto il peggior risultato della sua storia, arrivando undicesimo ai campionati mondiali di nuoto, mentre due anni dopo abbiamo vinto noi il mondiale. Dal confronto con allenatori e profili sportivi anche di altre discipline si era aperto uno spiraglio di idee per migliorare il gioco. Le sconfitte aiutano piĆ¹ delle vittorie a fare un salto di qualitĆ Ā».
Barbolini ha spiegato come sia stato possibile costruire quello che ĆØ oggi il fenomeno Italia nel volley femminile: Ā«L’esperienza con la nazionale ĆØ stata bellissima: sentire l’inno del proprio paese da protagonista ĆØ indimenticabile.Ā Nel 2006 fui chiamato quaranta giorni prima del mondiale ad allenare la nazionale, un tempo brevissimo. Raggiungemmo un quarto posto che dopo le precedenti vittorie fu considerato una sconfitta. Dal 2007 ho potuto costruire una mia nazionale, con giocatrici che avevano raggiunto la maturitĆ , e abbiamo vinto. Oggi c’ĆØ la pretesa e l’errore di voler capire subito chi sarĆ un campione, attraverso la logica di scartare chi non rende subitoĀ».
Ā«L’intelligenza ĆØ bene ma la pazienza ĆØ meglio ā ha detto Sacchi citando Hesse -. La pazienza perĆ² si sposa solo con la competenzaĀ».Ā Ā«Voler raggiungere l’obiettivo troppo in fretta fa bruciare tanti atleti – ha aggiunto Roda -. Toccare con mano il sacrificio dellāatleta attraverso lāesperienza da allenatore mi aiuta nella mia attivitĆ di gestione oggiĀ».
Sacchi ha concluso ricordando lo stile che ha caratterizzato gli anni del grande Milan rimarcando come le grandi imprese nascano dal coraggio di cambiare e dal desiderio di porre in atto una bellezza intuita:Ā Ā«Io nella mia vita ho avuto solo una certezza, che si puĆ² fare di piĆ¹ e meglio. CāĆØ una grandissima differenza tra tattica e strategia. Il tattico ĆØ quello che aspetta l’opportunitĆ concessa dall’avversario, lo stratega ĆØ quello che l’opportunitĆ la costruisce: costruire ĆØ piĆ¹ bello di distruggere e rende lāuomo protagonistaĀ».
(L.V.)
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