Storie di cura attraverso i volti di medici e pazienti
Rimini, 18/08/2019 – Ciò che si è, l’interesse per la propria verità e quella dell’altro sono il primo gesto di cura. Conoscere cura spesso molto più di qualsiasi terapia. È questo il filo rosso dell’incontro “Salute è/e carità”, che si è svolto alle 17:00 in Arena Meeting Salute C3. I relatori Virginio Bebber, presidente dell’ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari), Lucia Mossucca, infermiera al Cottolengo di Torino, e Annamaria Villa, responsabile dell’opera San Francesco a Milano, a partire dalla propria formazione medico-infermieristica, hanno sottolineato come cure e terapie, se non sono affiancate da un incontro innanzitutto umano con i pazienti, non solo rischiano di trascurare il significato complessivo del concetto di salute, ma risultano concretamente meno efficaci. «L’incontro», sottolinea Felice Achilli, «moderatore e presidente dell’Associazione Medicina e Persona, è fondamentale per un benessere a doppio senso. Il burn out degli operatori sanitari non si combatte con una nuova e più efficace organizzazione: serve lavorare in una relazione capace di ridonare il senso del proprio impegno e della propria vocazione».
Negli interventi dei relatori i tanti “perché” di una professione più di altre segnata da una domanda bruciante sulla sofferenza umana si declinano, secondo le parole di Angelo Scola citate da Achilli, in un quotidiano “per chi” di volti, che sono la chiave di ogni relazione di cura.
(L.V.)
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