“Ho scritto questo libro rovesciandovi dentro tutta la mia esperienza umana” ha esordito Renato Farina, presentando il libro da lui scritto “Madre Teresa, le notti della fede” al Caffè letterario delle 19, di fronte ad un pubblico che ha occupato, sedendosi sulla moquette, anche gli spazi liberi fra le sedie.
“Mi sono riconosciuto nell’umanità delle persone che Madre Teresa soccorreva e che parevano non averne più. Ma quando si è perso tutto rimane solo la Misericordia – ha proseguito – che è l’irrompere di un Altro nella propria vita”. Proprio questo irrompere permetteva a Madre Teresa di vedere Cristo in coloro che soccorreva.
Sull’esperienza della suora albanese, viene però esercitata spesso una censura che riduce la sua esperienza a “ideologia della carità”. “Un operare, costruire opere, darsi da fare – ha spiegato Farina – separando tutto questo dal momento razionale della fede. Un modo per rendere non percettibile quel mistero che è rappresentato dalla santità”.
Dopo aver accennato alla devozione della suora albanese a santa Teresa di Lisieaux, dalla quale assunse il nome, Farina l’ha definita “santa della post modernità”, associandola in questo a don Giussani. “Della post modernità Madre Teresa ha provato e sopportato tutto”, ha aggiunto il relatore, in particolare il vivere da minoranza spesso perseguitata, sia in patria, albanese in terra jugoslava, sia dagli indù in India, fino agli ideologi di sinistra che vedevano nel suo operare un sostegno di fatto a forme di governo repressive.
“Madre Teresa invece affermava di essere disponibile ad andare in qualunque luogo l’avessero chiamata – ha detto ancora Farina – ponendo come unica condizione che ci fosse un sacerdote libero di celebrare l’Eucarestia”. Il libro testimonia anche la conoscenza diretta di Farina con la religiosa albanese, iniziata con una intervista esclusiva nel 1985. Tornando al titolo, non estraneo a certe presunte rivelazioni della stampa inglese (in realtà già stranote da tempo), Farina chiosa: “Fu piena di fede anche nella notte. Questo vuole dire che anche nel momento del dubbio puoi accettare la mano che ti sostiene. Madre Teresa è un’eroina ma noi siamo chiamati a questa stessa eroicità”.