La crisi economica e finanziaria potrebbe essere vicina al giro di boa e il momento è propizio per guardare a cambiamenti dei modi di concepire l’impresa, dopo aver visto la debolezza di modelli tanto celebrati. Ne hanno discusso i partecipanti alla tavola rotonda “Crisi globale: le risposte del Non Profit”, a partire dalle provocazioni della recente Enciclica di Papa Benedetto XVI, che propone principi quali dono, fraternità, giustizia, del tutto nuovi per il modo stesso di fare impresa. Moderatori Ha concluso l’incontro il moderatore Gianfranco Fabi direttore di Radio 24, che ha condotto insieme a Damiano Zazzeron, responsabile della Rivista Non Profit e dell’omonimo portale. Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, ha sottolineato come Profit e Non Profit non possono più essere intesi come mondi contrapposti, così come bisogna abbandonare l’idea di welfare cui ci siamo abituati, bilanciato cioè tra la massimizzazione dei profitti privati da una parte e l’assistenzialismo pubblico dall’altra e che non reggerebbe più anche dopo l’auspicata fine della crisi. È indispensabile una performance dell’impresa che, concettualmente ma anche praticamente, ammetta la partecipazione di soggetti nuovi, come le imprese sociali, sull’esempio di esperienze già da tempo avviate nel mondo dei servizi alla persona: soggetti che accettino la sfida di rispondere imprenditorialmente a bisogni concreti della persona nella società in cui vive, offrendo soluzioni diverse dal consueto assistenzialismo pubblico, da accompagnare con le necessarie modificazioni giuridico-istituzionali. Un percorso del resto già iniziato con il Decreto legislativo 105/2006 istitutivo della imprese sociali. Si tratta di imprese capaci di operare anche con le forme e quindi con l’agilità della società a responsabilità limitata pur senza fini lucrativi, come ha ricordato Giorgio Fiorentini dell’Università Bocconi di Milano. La potenzialità operativa delle imprese sociali potrebbe interessare le Università, ma anche il settore del credito, ha ammesso Carlo Fratta Pasini, presidente del consiglio di sorveglianza di Banco Popolare, purché si amplino i confini del concetto di “utile”. Occorre insomma che la ripresa dell’economia, più o meno vicina, si accompagni a una diverso modo di concepire e valutare lo sviluppo economico e la crescita della società, come ha avvertito Salvo Andò, rettore della Libera Università Kore di Enna. L’assessore alla famiglia e solidarietà sociale della Lombardia, Giulio Boscagli, ha portato esempi concreti di innovazioni legislative nel sistema dei servizi alla persona nella Regione, attraverso la valorizzazione dei soggetti del terzo settore, come il Banco Alimentare o il Piano famiglia- lavoro, volto a premiare le imprese che impostano la loro produttività tenendo conto delle esigenze familiari.