Tre dei più importanti ospiti di questo Meeting hanno anticipato i temi del loro incontro nel corso della conferenza stampa odierna delle 16.00. Si tratta di Franco Frattini, ministro degli Affari esteri, Amre Moussa, segretario generale della Lega degli Stati arabi e del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Introdotto dal portavoce del Meeting, Frattini ha subito sottolineato che “purtroppo oggi nel mondo ci sono molti focolai di crisi”. Riconciliazione e dialogo sono le parole che per il ministro contraddistinguono le condizioni della pace. “Nel mondo globalizzato – ha infatti affermato – occorre globalizzare la capacità di comprendersi e parlarsi. Per questo dobbiamo affrontare gli scenari di crisi, innanzitutto in Medio oriente, che potrebbe rappresentare il punto di svolta virtuoso”. Una precisazione è arrivata poi dal ministro su quel che si intende comunemente quando si parla di pace, identificata nella “realizzazione dei diritti della persona umana. Deve prevalere – ha aggiunto – l’inviolabilità di ogni persona come condizione imprescindibile per il dialogo, che non può portare al cedimento sui valori assoluti”. E proprio su questo punto il ministro ha chiamato in causa direttamente l’Europa: “Spetta a noi europei, che ci vantiamo di avere costruito la pace nel nostro continente, promuoverla in tutto il mondo. Oggi invece rischiamo il pensiero debole che attenua il richiamo alle proprie radici. Ma la rinuncia dei valori è solo un gesto di mancata sincerità”.
“Esprimo la mia soddisfazione per la possibilità di parlare di fronte a tanti giovani”, ha esordito Amre Moussa. “Noi oggi viviamo in un’era di grandi crisi e l’informazione non corretta influisce sull’opinione pubblica in modo sbagliato”. “In riferimento al conflitto in Medio Oriente – ha aggiunto -, penso che abbia avvelenato le relazioni internazionali. La pace in quel luogo rappresenta un punto determinante e fondamentale”.
Il cardinale Tauran ha precisato che “le religioni sono fattori di pace. Ma oggi c’è un paradosso, le religioni fanno paura per le azioni di alcuni credenti che hanno tradito la propria fede”. Citando sant’Agostino e il cardinale Carlo Maria Martini, Tauran ha parlato di una “pedagogia della pace che va introdotta e insegnata, perché la guerra nasce nel cuore di ognuno di noi quando abbiamo paura dell’altro perché è diverso”.
Rispondendo alla domanda di un giornalista che chiedeva quale è la posizione della Lega Araba in merito al conflitto in Georgia, Moussa ha fatto sapere che “la Lega come organizzazione regionale non si occupa del Caucaso. Tuttavia, il prossimo consiglio dei ministri seguirà da vicino gli eventi, ma non produrrà una posizione congiunta”.
Tre domande sono poi state rivolte al ministro Frattini. Anzitutto, sono stati chiesti chiarimenti in merito alla posizione del governo italiano sulla volontà del governo di Kabul di rinegoziare la posizione delle truppe alleate in Afghanistan. “La decisione afghana nasce da un evento tragico, su cui la Nato sta indagando. Non credo comunque – ha detto – che la rinegoziazione significhi un ritiro, bensì la diversa regolazione della presenza militare. Karzai sa infatti di avere ancora bisogno di sostegno nella lotta al terrorismo, soprattutto prima delle elezioni politiche afghane che si terranno il prossimo anno”.
Rispondendo poi a chi gli chiedeva se è in agenda anche una sua visita a Tblisi, Frattini ha comunicato di avere in programma un viaggio per la prossima settimana. “Sarò un giorno a Tblisi e uno a Mosca. Ai rappresentanti di entrambi i paesi manifesterò l’intenzione italiana di contribuire ad una conferenza di dialogo e riconciliazione a Roma, con la presenza di tutti gli attori interessati. Entrambi gli Stati hanno manifestato riconoscenza verso di noi con parole di apprezzamento”. Sempre in merito alla situazione caucasica, il ministro – rispondendo all’ultima domanda – si è detto preoccupato della raccomandazione fatta dal Parlamento russo al ministro degli esteri Sergey Lavrov di adottare una decisione di riconoscimento dell’indipendenza delle province georgiane dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia. “Ho ripetuto al mio collega – ha poi aggiunto Frattini – che non ritengo che la Russia debba interrompere la sua collaborazione con la Nato”.
Le ultime domande sono ancora per il cardinale. A chi gli chiede la sua personale posizione in merito alla libertà di costruire luoghi di culto, risponde che tutti senza eccezioni devono avere la possibilità di costruire luoghi in cui pregare e praticare i riti religiosi. “Ciò vale naturalmente anche per i musulmani che devono poter aprire quelle che volgarmente vengono chiamate moschee, ma in realtà più correttamente si possono definire centri islamici”. Libertà per tutti, quindi, ma sempre “in un clima di reciprocità”.
Gli si chiede infine un commento sui fatti di oggi: l’attentato in India che ha provocato vittime di religione cristiana, pare ad opera di fanatici di religione Indù. “La cosa mi stupisce molto”, risponde monsignor Tauran. “Sono stato in India tre settimane fa e non avevo colto alcun motivo di tensione con gli Indù. Ad ogni modo mi riprometto di approfondire i contatti e di tornare in quelle zone appena sarà possibile”.
(G.B.)
Rimini, 25 agosto 2008