La questione basca, di attualità sempre più scottante, è stata introdotta oggi da Josè Miguel Oriol, presidente di Ediciones Encuentro, che ha innanzitutto presentato Gotzone Mora, professoressa di sociologia all’Università di Leioa e consigliere socialista: da tempo si batte contro la “politica zapateriana di resa al terrorismo” e offre “appoggio personale e compagnia” ai familiari delle vittime. È stato quindi proiettato un breve documentario dal titolo “Seminando lenzuola”, a cura dell’associazione “Cittadini per la libertà”.
Gutzone Mora ha ringraziato Comunione e Liberazione e Mario Mauro, vice presidente del Parlamento Europeo, per le manifestazioni di grande affetto ricevute in questi giorni e per la possibilità di parlare in un contesto come il Meeting. La professoressa ha quindi inteso illustrare, anche con l’ausilio di fotografie, la vita in università di “noi costituzionalisti minacciati dalla banda terroristica dell’ETA. Non si tratta solo di bombe, ma anche di violenza psicologica e di atti mafiosi” messi in atto da ambienti in collusione con l’ETA. Questa situazione ha costretto la Mora a ricorrere alla scorta per essere difesa dai suoi stessi studenti: in università è infatti considerata una “persona non desiderabile”. La vita quotidiana diventa quindi molto difficile, tanto che dei cinquanta docenti costituzionalisti ne sono rimasti solo due: “così la paura aumenta, e devo ringraziare le persone che mi sono state vicine.” La professoressa ha poi voluto comunicare il dolore che prova per il “silenzio della gerarchia della Chiesa cattolica” rispetto alla questione basca, per poi chiudere con un messaggio di speranza. Il motivo per cui la Mora continua a rimanere nel paese basco, infatti, è rintracciabile unicamente nella fede cattolica: “così come Gesù non è sceso dalla croce, così come Giovanni Paolo II non abbandonò il Papato nei giorni difficili della sua malattia, anche noi continueremo a resistere!”
Mario Mauro ha concluso l’incontro, seguito da un gran numero di persone di nazionalità spagnola, con due osservazioni fondamentali: innanzitutto, che la strategia di Zapatero è quella di conservare il potere. Per questo gli è necessario il consenso dei gruppi nazionalisti estremi e non ha potuto chiedere all’ETA nessun passo indietro, ma solo proporre di dimenticare tutto quello che è successo fino ad oggi. Quindi “è possibile un’alleanza tra il relativismo più cinico e il fondamentalismo più bieco.” In secondo luogo, Mauro ha individuato nel dramma che vive la Spagna quello di tutto il mondo: la costruzione della pace è possibile solo se “non si prescinde dal cuore delle cose in cui si crede”, se non interviene l’ideologia, cioè quella “sbarra messa davanti alla porta della ragione che si spalanca verso l’infinito”. La pace è infatti “il riconoscimento di qualcosa che ci restituisce la nostra umanità.”