L’incontro che si è svolto oggi nella sala A6, stracolma, con collegamento anche esterno, è stato organizzato dalla cooperativa CESED (Centro Servizi didattici). Moderatore Giuseppe Meroni, tra i fondatori dello stesso CESED ed attualmente Presidente dell’IRRE Lombardia; relatori: Francesco Bombelli, Presidente CESED, Susanna Mantovani, Preside della Facolta di Scienze della Formazione all’Università degli studi di Milano Bicocca; Giovanni Cominelli, responsabile Politiche educative della Compagnia delle Opere; Roberto Albonetti, Direttore Genereale dell’Assessorato Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia; Mariolina Moioli, Assessore alla Famiglia, scuola e politiche sociali del Comune di Milano.
I temi oggetti del dibattito sono stati quelli relativi all’educazione e alla formazione in senso lato: temi sviluppati dai relatori a partire dalla propria particolare esperienza e livello di responsabilità. Si è così spaziato dalla sottolineatura degli aspetti a carattere prevalentemente educativo-didattico a quelli di carattere politico e istituzionale.
Introducendo, Giuseppe Meroni ha posto in evidenza come il contesto attuale sia caratterizzato da un processo di de-costruzione della riforma scolastica operato da parte della nuova maggioranza governativa, anche tramite la riproposizione di un nuovo centralismo definibile come “clericalismo burocratico politico”, chiedendo ai relatori di individuare le priorità in termini di risposta ed in rapporto alla centralità del bisogno educativo della persona. A questo si è subito riallacciato Bombelli, riproponendo il valore della formazione quale educazione della persona che nasce – secondo l’efficace espressione di Giovanni Paolo II – “dalla tenerezza, dall’arte di sentire l’uomo tutto intero, pensando al suo vero bene”.
Sulla necessità di un’integrazione più stretta tra pubblico e privato (come ad esempio il progetto nato tra l’Università di Milano Bicocca e CESED) e di una maggiore integrazione tra teoria e pratica, così come tra il sapere professionale e quello personale, si è invece soffermata la professoressa Mantovani, richiamando anche la necessità di una “maggiore regia” da parte dei livelli istituzionali, in primis della Regione.
Degli aspetti di carattere politico e sociologico si è occupato Cominelli, evidenziando innanzitutto la “rinuncia” dell’attuale Ministro Fioroni ad una riforma della scuola osteggiata da settori conservatori dell’Amministrazione e dai sindacati : si rende quindi necessaria un’azione creativa e dialettica che parta dalla società civile, in particolare dal movimento delle Compagnia delle Opere, che prenda le mosse dai punti fondamentali della libertà di educazione e dell’autonomia scolastica. Tra i passaggi principali del suo intervento: l’educazione, l’istruzione e la formazione non sono un bene dello Stato, ma della persona; la dimensione pubblica, come avviene in Europa, deve limitarsi alla definizione delle “competenze chiave” richieste per la convivenza civile ed a garanzia dei diritti sociali, senza che ciò esaurisca l’ambito dell’educazione della persona; lo Stato deve garantire a tutti tale diritto personale all’educazione, attraverso l’erogazione di un bonus che possa essere speso secondo un criterio di libertà di scelta e di priorità dell’utenza rispetto a quella attuale della committenza; le scuole devono raggiungere uno statuto di piena autonomia e garantire la certificazione dei risultati e delle competenze acquisite; coerentemente occorre superare la logica del valore legale del titolo di studio. Su tali contenuti, ed in generale sui temi della riforma (tutor e portfolio; formazione dei docenti; ecc,) la CdO scuola si impegnerà pubblicamente a partire da ottobre.
Albonetti ha illustrato sinteticamente le priorità della Regione Lombardia, riconducibili a due progetti di legge, fortemente interconnessi, sul mercato del lavoro e sul sistema di istruzione e formazione professionale. Il primo è già stato approvato delle commissioni consigliari; il secondo inizierà il proprio iter in autunno. Con una immagine efficace, ripresa da Marco Martini – quella della piazza dove le persone possono scegliere liberamente il servizio a loro adeguato, indipendentemente dalla connotazione (pubblica o privata) dell’operatore – Albonetti ha esemplificato la prospettiva culturale e politica della Regione: l’istituzione pubblica non deve definire e predeterminare il bisogno, ma garantire le condizioni attraverso la modalità dell’accreditamento e valutare il servizio nella sua efficacia. Tra gli altri aspetti sottolineati quello della riforma regionale del sistema educativo: previsione di una articolazione tra percorsi liceali e di istruzione e formazione professionale, di effettiva pari dignità; reale autonomia delle istituzioni scolastiche e formative, attuata grazie al trasferimento dei beni e delle risorse che lo Stato si è impegnato ad attuare, anche alla luce della riforma del titolo V della Costituzione. La prospettiva del cosiddetto “biennio unitario”, sostenuta dall’attuale governo, appare di difficile realizzazione; la Regione invece deve e può legiferare autonomamente su questi aspetti, che coinvolgono sia l’istruzione e la formazione che il lavoro. In termini operativi, il primo obiettivo sarà quello della creazione di un Osservatorio regionale e di un sistema di valutazione dei servizi di istruzione e per il lavoro. Sulla necessità di una buona regia delle istituzioni, in raccordo con l’iniziativa dei diversi soggetti pubblici e privati operanti nel tessuto della società, si è invece maggiormente soffermata Mariolina Moioli. L’Assessorato del Comune di Milano è attualmente impegnato in una azione di riorganizzazione interna che mira alla valorizzazione delle risorse umane; il rafforzamento dell’istituzione pubblica è in funzione della tutela dei soggetti più deboli; tra gli obiettivi a medio termine e di particolare urgenza quello relativo all’immigrazione ed alla localizzazione dei servizi educativi, a partire da quelli dell’infanzia.