Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all’Università di Milano, ha introdotto l’incontro con il Premio Nobel per la Fisica 1984 Carlo Rubbia ricordando il suo curriculum, citando i suoi precedenti discorsi al Meeting (nel 1987) e alla cerimonia di consegna del Nobel, che testimoniano lo stupore dello scienziato di fronte al creato.
Rubbia ha svolto un percorso dall’origine della curiosità scientifica, allo sviluppo tecnologico e alla sua evoluzione, affrontando anche l’attuale crisi del contratto sociale fra comunità scientifica e società in seguito alla fine della guerra fredda e la crescita di sensibilità verso i problemi ambientali.
“Il desiderio di conoscere è l’esperienza concreta di un istinto umano, la curiosità” ha esordito lo scienziato portando ad esempio il bambino che giocando sperimenta questa curiosità fino a rompere il giocattolo per conoscerne il funzionamento interno. “Viviamo in un periodo ricco di scoperte scientifiche”, che ha portato ad un civilizzazione planetaria dovuta al progresso in campo informatico, dei trasporti, delle telecomunicazioni e del commercio.
Il premio Nobel ha sviluppato un parallelo fra la teoria dell’evoluzione darwiniana e lo sviluppo scientifico accostando la nicchia di mercato alla nicchia biologica, la mutazione all’innovazione, l’interconnessione (melting pot) come elemento essenziale della catalisi dell’innovazione.
Questo progresso ha portato enormi cambiamenti nella vita dell’uomo a partire dall’aumento dell’aspettativa e della qualità della vita, dalla crescita dell’occupazione, da un miglioramento delle condizioni sociali grazie all’introduzione del motore e del computer. L’avvento della robotizzazione ha permesso agli uomini di dedicarsi soprattutto all’innovazione e alla ricerca del bello. La grande libertà di ricerca scientifica accordata agli scienziati dal dopo guerra in poi sostenuta anche da grandi investimenti governativi ha portato ad una fiducia incondizionata del pubblico per la comunità scientifica che grazie alla ricerca di base ha garantito salute e sicurezza.
Questa percezione ottimistica ha sofferto una severa caduta dovuta alle discussioni sui benefici della tecnologia legata all’atomo, ai materiali, alle biotecnologie e agli OGM, ponendo in crisi il contratto sociale all’inizio degli anni 90.
Rubbia ha poi sollevato la necessità di un nuovo incondizionato contratto sociale fra pubblico e comunità scientifica che non regolamenti dall’esterno la libertà di ricerca ma accresca all’interno la responsabilità della comunità scientifica stessa, originata e sostenuta dal singolo scienziato. La ricerca scientifica è un’attività indispensabile, ha concluso Rubbia: bisogna ricostruire la fiducia nella scienza.
Al termine, Elio Sindoni, Ordinario di Fisica Generale presso l’Università Milano Bicocca, ha illustrato la mostra “Alle colonne d’Ercole, gli estremi confini della ricerca scientifica” curato dall’associazione Euresis. “Conoscenza e limite, conoscenza e mistero: la tensione fra questi due poli come carattere affascinante e irriducibile della realtà” ha detto Sindoni illustrando le tre dimensioni in cui si articola la mostra: piccolo-grande, freddo-caldo, vuoto-pieno.
Bersanelli ha concluso ricordando due punti del discorso di Rubbia, l’educazione al bello e alla responsabilità, collegandoli alla storia del Meeting di Rimini.
C. N. B.
Rimini, 25 agosto 2003