“Le nuove tecnologie nell’arte sono estremamente importanti, soprattutto perché ci danno la possibilità di conoscere l’opera nella sua interezza, coglierne il particolare”. Con queste parole Alessandra Vitez, responsabile del Dipartimento Mostre della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli apre l’incontro “Nuovo Rinascimento: scienza e arte nel terzo millennio”, in sala Mimosa B6 alle ore 19.00. Hanno partecipato Cristina Acidini, soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze, e Vito Cappellini, presidente del Centro di eccellenza per la Comunicazione e l’integrazione dei media.
“Oggi nessun museo al mondo ha tutte le opere ‘digitalizzate’ come noi abbiamo fatto per gli Uffizi a Firenze”, spiega Cappellini. “Servono nuove tecnologie sulla via della cultura”. Cappellini racconta del lavoro compiuto nel corso di anni, attraverso varie collaborazioni e finanziamenti soprattutto di una società giapponese, per trasmettere in digitale le opere degli Uffizi. “Le immagini – racconta Cappellini – hanno una risoluzione spaziale altissima. La qualità è data anche dalla perfetta fedeltà del colore all’originale e dall’assenza di qualunque tipo di deformazione della figura”. È possibile quindi ammirare tutte le splendide opere conservate agli Uffizi attraverso un’immagine computerizzata, perfetta in ogni minimo particolare.
“Ecco quindi un approccio nuovo e diverso all’arte – interviene Acidini – talmente alternativo da essere al confine con la microscopia”. L’esperta d’arte prosegue con la presentazione di cinque opere conservate a Firenze. “Niente può sostituire una visita vera e propria agli Uffizi – continua la soprintendente – la visita tradizionale però non consente di cogliere tutto ciò che varrebbe la pena vedere. Si guarda solo all’insieme e si perdono i dettagli”. Grazie al programma appositamente creato, durante l’incontro sono stati mostrati particolari altrimenti impossibili da notare persino per un occhio attento ed esperto. Acidini si è soffermata a descrivere l’Annunciazione di Leonardo, la Nascita di Venere, la Primavera e la Madonna del Magnificat di Botticelli e infine il Tondo Doni di Michelangelo, il tutto all’insegna della più alta tecnologia dell’immagine digitale.
“Quello che pensiamo già di sapere non ci permette di conoscere”. Vitez riprende così le parole che più l’hanno colpita nell’intervento di Acidini e conclude spiegando che solo la passione e l’amore per il bello permettono la conoscenza della realtà. L’incontro si è chiuso con l’illustrazione dell’importante contributo offerto dalla società Centrica srl: ben 1146 opere degli Uffizi sono state sviluppate per essere fruibili su canali e mezzi digitali. Di recente è stata creata l’applicazione ‘Uffizi touch’ per ipod, iphone e ipod touch: il dialogo tra arte e tecnologia è appena iniziato.