“Per fare musica irlandese non bastano otto persone, ce ne vogliono altre mille!” Così Eleanor invita il pubblico a partecipare con battimani, voci e danze al concerto che la Shamrock Band propone all’Area Piscine Ovest alle 22. E davvero non ci sarebbe bisogno di questo invito, perché l’area compresa tra il palco e la Taberna Spagnola è completamente gremita da un pubblico, soprattutto ragazzi, entusiasta e scatenato, prontissimo ad accompagnare ogni pezzo eseguito dalla band. Ci si muove a fatica, trovare un posto è quasi impossibile.
Dal 2009 la band si è esibita in più di cinquanta concerti. A parte Eleanor (voce solista), la band è composta da italiani, ma nel loro sito web (www.shamrockband.it) si legge: “Ogni componente della band ha un legame profondo con l’Irlanda che va al di là del puro piacere musicale, a causa di viaggi, incontri e racconti che hanno avvicinato il cuore dei musicisti ad un paese con una storia straordinaria, fatta di gloria, povertà, lotta per la libertà e profonda religiosità. Il nome Shamrock significa “trifoglio”, che è uno dei simboli più importanti dell’isola: fu usato da San Patrizio per raccontare il mistero della Trinità”.
Gli otto componenti della band, composta da violino, fisarmonica, percussioni, uilleann pipes (Sergio è uno dei pochissimi italiani che sa suonare questo strumento tradizionale irlandese), banjo, due chitarre e ovviamente voci, hanno proposto al pubblico di Rimini un repertorio formato da brani classici della tradizione irlandese e celtica, come The star of the county down, Wild rover, Mo ghile mear e The fields of Athenry. Alternate ai canti alcune ballate e gighe dal ritmo travolgente hanno scatenato le danze nella platea. A metà concerto vengono chiamati sul palco due ospiti “irlandesi purosangue”: John Waters, scrittore e vicedirettore di The Irish Times, accompagna con il melodion (piccola fisarmonica irlandese) la giovane Sara – dai capelli rosso fuoco, ovviamente – nell’esecuzione di due pezzi, tra cui la celebre “Only our rivers run free”.
La cosa che sorprende di più è il pubblico: centinaia, forse più di un migliaio di giovani che cantano e ballano alzando le mani al cielo.
Cosa cercano? L’infinito?
(M.F.)
Rimini, 21 agosto 2012