“Emergenza uomo” è il titolo della 34. edizione del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli. Una scelta che rispecchia lo spirito dell’opera di sant’Agostino, nonché la sua disarmante attualità: un umano “che emerge”, prepotentemente, non solo come il pericolo di una perdita di sé, ma come l’affiorare di qualcosa che definisce il nocciolo dirompente e decisivo della condizione umana.
Da qui la scelta del responsabile degli spettacoli del Meeting Otello Cenci di rappresentare come evento inaugurale, in forma di recital-evento, “Le Confessioni di Agostino”, questa sera (18 agosto) alle 21.45 all’Auditorium D5. Un uomo sente chiamare il proprio nome – alza lo sguardo verso la direzione da cui è risuonata la voce; chiede, incerto, se ci si rivolga proprio a lui. Una nuova concezione dell’io che le Confessioni inaugurano: un io che si concepisce come risposta ad un tu che lo chiama.
Interprete della serata uno tra i più importanti attori di teatro italiani: Sandro Lombardi, che arriva alle parole di Agostino alla luce non solo di una luminosa e pluridecennale interpretazione dei classici, ma anche dall’esperienza della neoavanguardia e di memorabili spettacoli testoriani. Lo spettacolo è a cura di Costantino Esposito, la regia di Otello Cenci, nella drammaturgia di Fabrizio Sinisi. Accompagnano il testo i musicisti Massimo Marches e Gionata Costa, le voci di Brunella Boschetti, Alberto Morigi, Folco Orselli, con la partecipazione degli SwinGeneris.
“Qui Agostino dialoga con Dio”, sottolinea Lombardi. “Ciò che mi ha colpito è come sia giunto a questo livello d’introspezione, d’estrema modernità. Le Confessioni sono un capolavoro frutto di un’attenta auscultazione del nostro animo. Agostino lavora sul proprio io e sulla memoria. Non c’è niente di uguale fino ai grandi scrittori francesi, Chateubriand, Proust…”
Per l’autore della drammaturgia Fabrizio Sinisi la scelta di costruire come un vero spettacolo questo percorso dentro l’inquietudine e la ricerca del sé, ha come questione centrale la memoria.
“Normalmente ci si riferisce ad Agostino con riferimento alle lettere di Petrarca, a Lutero, a Giansenio, come ricordo, introspezione, invece qui s’introduce una nozione diversa di memoria, ovvero ciò che accade nel momento in cui Agostino si converte, ed essa si riempie di significato retrospettivo. Il tempo diventa mistero in cui si sviluppa il suo significato”.
(M.T.)