Il mondo delle imprese deve sforzarsi di alzare gli occhi dai bilanci e guardare la realtà, per capire che tutto intorno c’è un desiderio di responsabilità sociale. Come un cuore che attende. Che cosa? Una vita nuova, anche per questo paese che non spera più, che non ci crede più. E questo si traduce in nuovo entusiasmo e – questa è la sfida – anche in valore economico. Un tema fondamentale quello affrontato stamane al Meeting per l’amicizia fra i popoli, alle 11.15 in Sala D3, dal titolo ‘La grande azienda e la responsabilità sociale’. All’incontro, presentato da Bernhard Scholz, presidente della CdO, hanno partecipato Silvio Cattarina, presidente della cooperativa sociale ‘L’Imprevisto’, Fabio Cerchiai, presidente di Autostrade per l’Italia e di Atlantia, Emanuele Gatti, direttore per l’Europa, l’Africa e l’America Latina di Freseius Medical Care e presidente della Camera di commercio italiana per la Germania, Marco Pedroni, presidente di Coop Italia ed Emilio Petrone, ad di Sisal.
Scholz ha sottolineato come la responsabilità sociale “sia diventata ormai un fattore decisivo per lo sviluppo economico” che si declina nelle modalità concrete dell’azienda. Ma quale azienda? “C’è differenza tra un’azienda grande e una grande azienda – risponde Cerchiai – e non è un gioco di parole. La differenza la fa la verità con cui si opera, attenti all’interesse della comunità, con un progetto sostenibile di soddisfazione dei dipendenti, di strategia di lavoro, di competitività aziendale e di stabilità nel tempo”.
Proprio l’esperienza certa e continua della responsabilità sociale deve rappresentare l’impegno di un’azienda. “Scopo di Freseius è far diventare l’etica aziendale una pratica verificabile, che abbia un ritorno economico positivo – spiega Gatti – attraverso indicatori chiari. La soddisfazione dei pazienti e dei collaboratori, dei soci e della comunità in cui siamo inseriti vogliono dire che lavoriamo meglio”. Con più capacità attrattiva, più fidelizzazione, più sostenibilità delle scelte ambientali.
“La responsabilità sociale diventa uno strumento di ‘tenuta’, di coesione, di mantenimento delle condizioni di benessere e dignità delle persone soprattutto in un momento negativo come quello che viviamo. – sottolinea Pedroni – A fronte della necessità di un impegno per lo sviluppo, che deve vedere coinvolte tutte le forze del paese, occorre riconoscere alcuni valori condivisibili e per me non negoziabili: no a sistemi di mercato chiusi e ai monopoli, sì al sostegno al mercato solidale, alla tutela ambientale e all’impegno per il bene comune”.
Una risposta alla società in emergenza e all’emergenza uomo, secondo Petrone, sta nel riconoscere il valore della persona. “Abbiamo investito nella creazione di nuovi posti di lavoro perché ci sembrava responsabile e utile restituire una parte dei profitti alla comunità”. Non solo lavoro, ma anche un sostegno a soggetti impegnati nell’attività sociale e un coinvolgimento concreto. Non come forma di beneficenza, ma come consapevolezza che il futuro dell’azienda è dettato dal rapporto con la società in cui è inserita, “in una sfida sempre nuova”.
La stessa sfida che vivono ogni giorno Cattarina e i suoi ragazzi, messi a dura prova dalla tossicodipendenza e alla ricerca di una vita nuova. “Agli imprenditori che hanno incontrato ‘L’Imprevisto’ non abbiamo chiesto soldi, ma un’amicizia – racconta Cattarina – e di guardare con simpatia i ragazzi, aiutandoli a scoprire che la vita vale. Vale alzare gli occhi e ritrovare il gusto delle cose belle. Anche per chi fa impresa, perché la responsabilità sociale diventa un bene più grande. Un fuoco sempre acceso”.
(F.D’I., P.C.)