La sala dell’Eni caffè letterario alle 19 ha ospitato la presentazione del libro di Stefania Falasca “Giovanni XXIII, in una carezza la rivoluzione” (ed. Rizzoli), giornalista e vicepostulatrice della Congregazione delle cause dei santi. L’incontro è stato una piacevole chiacchierata con la giornalista Francesca Fabbri Fellini, che ha curato l’introduzione.
L’autrice precisa che il libro non è una biografia né una lettura agiografica del pontefice nato a Sotto il Monte. “Il mio intento è stato mettere in luce la storia della causa che ha portato alla proclamazione della santità di Giovanni XXIII, il Papa buono, partendo dalla documentazione processuale e soffermandomi sulle motivazioni che hanno portato papa Francesco a volerlo proclamare santo”. La normale prassi di una causa di canonizzazione avviene in presenza di un miracolo, quella di papa Roncalli è del tutto eccezionale perché è stato canonizzato pro gratia, senza la prova di un miracolo formalmente riconosciuto”.
Ma perché papa Giovanni è stato canonizzato proprio ora? E quali sono stati allora i motivi – tecnicamente parlando le “opportunità pastorali” – che hanno spinto papa Francesco a scegliere una procedura così inusuale? Nella positio, a cui Falasca ha avuto accesso, ne sono indicate cinque: l’attuazione del Concilio Vaticano II, la passione per l’unità dei cristiani, la promozione del dialogo interreligioso, la ricerca della pace e la missionarietà per il rinnovamento della Chiesa.
Questa secondo l’autrice è la chiave che ci consente di capire da una parte l’attualità della figura di Giovanni XXIII e dall’altra la continuità con Francesco. “Attraverso queste cinque ‘opportunità’ – ha proseguito la giornalista – ci vengono quindi fornite le coordinate per comprendere appieno l’attuale stagione ecclesiale, anche perché le cinque opportunità ratificate con la canonizzazione di papa Roncalli coincidono con le colonne portanti del pontificato di Francesco. Davvero papa Giovanni va considerato un faro che illumina il cammino presente e futuro della Chiesa. Parlare di lui significa parlare dell’oggi”.
(C.R.)