L’introduzione dei giovani nel mondo del lavoro

Press Meeting

Una sfida che ci riguarda tutti

Il tema era di quelli davvero caldi, l’introduzione dei giovani nel mondo del lavoro.
Come stile del Meeting, oggi pomeriggio alle 17 si sono confrontati punti di vista diversi ed esperienze già in atto sul campo. Relatori Fabio Cerchiai, presidente Atlantia Spa e Autostrade per l’Italia, Maurizio Del Conte, presidente Anpal (Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro), Roberto Maroni, governatore della Regione Lombardia e Dario Odifreddi, presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri.

Il presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz introduce i relatori rievocando le parole di con le quali stamane il presidente della Repubblica auspicava per i giovani e dai giovani “coraggio e dialogo costruttivo”. Odifreddi esordisce raccontando la propria esperienza iniziata nel 1997 nell’ambito della filiera dell’orientamento, formazione e lavoro. “L’inserimento lavorativo dei giovani è un grave problema nazionale, da considerare una vera e propria emergenza educativa, che richiede un’assunzione di responsabilità di tutti, in primis degli adulti, ma anche dei sindacati e delle associazioni di categoria fino alle istituzioni”. L’imprenditore racconta la storia e l’origine di Piazza dei Mestieri, un’esperienza “nata dallo struggimento di vedere tanti adolescenti lasciare il percorso scolastico e da un’amicizia sbocciata dall’incontro con l’esperienza educativa di don Giussani, dall’impeto da lui introdotto di guardare ogni uomo come esigenza di felicità”.

Obiettivo della fondazione è far sorgere centri di aggregazione polivalenti per giovani, introducendo e sperimentando modalità di co-gestione dove essi possano accedere a una pluralità di proposte: l’orientamento, l’inserimento in percorsi di alternanza, la formazione tecnico-professionale, ma anche le attività di sostegno al percorso scolastico o le attività sportive e ricreative. “Piazza dei Mestieri recupera la tradizione del territorio piemontese e insieme i mestieri del futuro. Educazione alla bellezza e valorizzazione del talento dentro un accompagnamento: queste le caratteristiche peculiari della nostra esperienza”. Odifreddi conclude con un invito alle istituzioni: “Si mettano in campo – è il suo appello – investendo nei sistemi educativi, valorizzando la tradizione e potenziando il grande tema delle politiche attive”. Su questi punti, conclude, “ci giochiamo il futuro dello sviluppo e della competitività del paese”.

Cerchiai, presentato da Scholz come “un uomo che ha iniziato dal basso” (agli inizi del suo percorso fu rappresentate porta a porta delle Generali), sottolinea subito l’assonanza tra il titolo del Meeting “Tu sei un bene per me” e il pensiero fondante di un’azienda che voglia svilupparsi e arrivare al successo. “L’altro è un bene – spiega Cerchiai – e ciò è vero soprattutto se pensiamo al capitale umano”. Lo sviluppo e il sostegno del capitale umano infatti “non può venire solo da corsi di formazione, come se la persona fosse un vaso vuoto da riempire, ma da un rapporto, uno scambio”, favorito, per esempio, da un dialogo intergenerazionale, “in cui giovani e meno giovani si trovino fianco a fianco in un confronto che fa crescere tutti”.

Il presidente di Autostrade per l’Italia immagina un’azienda di successo come “un luogo in cui tutti respirano un insieme di valori, senza perdere di vista l’importanza dei capitali e il bisogno di profitto”. L’azienda di successo non è quella che massimizza il capitale “ma quella che vitalizza il capitale, cioè lo rende stabile. Si crea così un sistema di responsabilità comune che implica l’interesse a mantenere e sviluppare l’occupazione”. Perciò è tempo, secondo il presidente, “di sviluppare un contesto educativo e legislativo favorevole. Lo stato sta facendo molto ma può fare di più e anche il mondo dell’impresa non è senza responsabilità in questo senso”.

Cerchiai passa poi a raccontare come Atlantia si è mossa in questa direzione, consentendo l’allocazione di 180 borse di studio per favorire l’interazione con le scuole superiori, “con il risultato di permettere l’inserimento di giovani dell’ultimo anno della scuola superiore negli aeroporti di Roma a svolgere un’attività di accoglienza e informazione rivolta ai turisti”.

“In passato lo stato mirava a proteggere il posto di lavoro”, è l’esordio di Maurizio Del Conte, per la prima volta al Meeting, “un atteggiamento che va rivisto, perché il mercato del lavoro è profondamente cambiato”. “È un’illusione proteggere il contratto di lavoro – spiega Del Conte – occorre una pluralità di fasi di lavoro, anche perché non ci sono più risorse per gli ammortizzatori sociali così come accadeva vent’anni fa”. Anpal, che coordina la nuova Rete nazionale dei servizi per le Politiche attive del territorio, vuole creare “una casa comune di tutte le esperienze presenti sul territorio per poter valutare quali siano le migliori e proporle come modello per tutti. Non possiamo più permetterci di avere sacche di inefficienza proprio nei servizi che mettono in contatto la domanda e l’offerta, mentre ad oggi non abbiamo un sistema di circolazione di informazioni al riguardo”.

L’agenzia costituisce un trait d’union tra il Ministero e i soggetti del territorio, in una logica di rete. Vuole integrare non solo gli uffici per l’impiego, ma anche i soggetti privati che numericamente sono più consistenti rispetto all’offerta pubblica e con essa possono integrarsi “per garantire una velocità di risposta dare una visibilità nazionale alle esperienze migliori e creare un sistema che non lasci indietro nessuno”. Per Del Conte occorre “competere sul valore aggiunto lasciandoci alle spalle la tentazione di competere sul lavoro al ribasso”.

Maroni da parte sua ribadisce la centralità delle politiche sociali nella regione da lui governata. “Su cosa si basa il modello lombardo? Su una serie di misure nate dalla leale collaborazione tra regione, governo e Unione Europea. Ma anche sul continuo creare collegamento tra scuola e lavoro”. Il governatore sottolinea poi l’importanza delle politiche attive, sottolineando soprattutto l’integrazione fra scuola e lavoro. Fondamentale in questo quadro il ricorso alla sussidiarietà e all’equità di trattamento all’interno del territorio nazionale: “Non vorrei che con la riforma costituzionale le politiche attive del lavoro trovassero il loro centro solo a Roma. L’integrazione di tutte le esperienze positive adottate fino ad oggi è fondamentale”

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