Nell’ultima serata dedicata al ciclo Storie dal mondo, Roberto Fontolan, Giornalista, ha presentato alle 21 in sala Neri Conai “Fuocoammare”, il film documentario prodotto da Rai Cinema, conosciuto in tutto il mondo e premiato al Festival di Berlino 2016 con l’Orso d’Oro. Partecipano all’incontro Pietro Bartolo, Responsabile della sanità a Lampedusa e Paolo Del Brocco, Amministratore Delegato di Rai Cinema. Il giornalista si è unito alla preghiera del Papa per i terremotati del Centro Italia, colpiti dalla tragedia, facendo un appello alla raccolta fondi promossa dalla Cei e sostenuta dal Meeting. Quindi Fontolan invita i relatori a parlare del lavoro di Rosi: “Un regista capace di cogliere tutte le sfumature”.
“Un film che più si vede, più si apprezza”, è la convinzione di Del Brocco, che tiene a precisare: “Non si tratta di un documentario di cronaca, ma di un confronto tra persone normali che vivono la loro vita sull’isola e persone che, invece, non hanno un’identità riconosciuta: i migranti”. Con un linguaggio visivo a volte anche crudo, il cinema riesce ad approfondire il tragico fenomeno della migrazione come la cronaca non sa fare. “Alla politica il compito di risolvere i problemi evidenziati dal documentario” ha dichiarato, infine, Del Brocco, sottolineando l’urgenza di trovare presto una soluzione.
È poi la volta di Bartolo, che informato al telefono, ha annunciato dal microfono che proprio in quel momento era divampato un incendio nel centro di accoglienza di Lampedusa, come purtroppo capita spesso. Il medico ha raccontato di essere stato intervistato da tutte le televisioni del mondo sulla situazione dell’isola, ma anche che dopo la prima esplosione mediatica, nel giro di pochi giorni già non se ne parlava più. Bartolo ha poi lodato la genialità del regista nell’aver mandato un messaggio forte al mondo su cosa succede quotidianamente nel Mediterraneo, “perché soltanto stando lì si può sentire sulla pelle tutta questa sofferenza umana”. Il relatore infine ha ricordato un episodio personale, l’aiuto a un parto in condizioni difficilissime, come succede a tante altre donne incinte sui barconi della speranza. Concludendo, il medico ha ripreso il tema del Meeting: “Questa gente per noi è un bene”.
Attraverso l’“immersione” totale nel film, lo spettatore riesce così a vivere in prima persona l’esperienza di cosa significhi vivere in un confine simbolico d’Europa che diviene approdo per centinaia di migliaia di persone spesso in situazioni disperate. Samuele, il bambino protagonista di Fuocoammare e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte partecipi, a volte muti di una delle più grandi tragedie dei nostri tempi.