La sfida del lavoro

Press Meeting

In un mondo del lavoro sempre più caotico e indecifrabile, all’Arena “Ognuno al suo lavoro” B1 si è tenuto un dialogo con Marina Salamon, presidente di Doxa, e Luca Martellosio, direttore tecnico di SVS. L’incontro delle 18.30, dal titolo “Un ‘Io’ al lavoro”, si è aperto con una sorpresa: sul palco è salito anche Michelangelo Frisoni, filmmaker-VFX Compositor riminese di 22 anni, che lavora nel mondo del video indipendente, virale, film e Youtube, soprattutto negli Stati Uniti.

«Qual è la ragione per cui andate al lavoro e che vi fa compiere sacrifici per esso?» ha chiesto Marco Saporiti, moderatore dell’incontro. I tre imprenditori hanno voluto regalare ai quasi 200 presenti una testimonianza del loro modo di intendere il lavoro. «Bisogna costruire il lavoro. Occorre partire da una passione e riconoscere di aver ricevuto talenti e di essere strumenti utili», hanno risposto in totale sintonia. «La fatica è parte integrante del lavoro. La fatica fisica, con i colleghi, i dipendenti è un punto di partenza, crea rapporti. La meraviglia di ogni lavoro sono proprio i rapporti con le persone», ha affermato la Salomon.

«Quando uno lavora, come fa ad avere chiaro per chi e per che cosa lo sta facendo?», ha insistito Saporiti. Frisoni ha risposto attraverso la sua esperienza: «Nella mia vita mi ha mosso la passione. Mi ha dato una forza che mi fa alzare lieto la mattina. Questa passione mi porta a stare di più sulla realtà, su quello che succede intorno. Quello che conta è non scadere nell’abitudinario». «Se nella vita», ha continuato la Salamon, «non coltiviamo continuamente la passione, diventiamo tristi. Questo succede anche con i figli: se allentiamo la presa e ci lasciamo sopraffare dall’abitudine, ci appiattiamo. Dobbiamo riconoscere qual è il nostro posto sulla terra e non avere paura di guardare al futuro».

Nello spazio dedicato alle domande dalla platea, una giovane volontaria al Meeting ha interpellato i tre relatori: «Cosa permette di non perdere la passione?». «Il fatto di prendersi le responsabilità delle proprie sconfitte», ha risposto Martellosi, con una sincerità evidente, frutto della sua esperienza lavorativa. «Se capiamo questo, cresceremo nel lavoro. Dobbiamo partire da noi stessi e mai accusare gli altri dei nostri fallimenti, ma ricostruire insieme. Ci sono dei passaggi inevitabili nel proprio lavoro, come le cadute e gli errori. Se “tu” non ci sei in pieno anche in questi passaggi, combini dei disastri».

Scarica