Quattro autorevoli protagonisti degli incontri odierni del Meeting 2017 hanno risposto alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa delle ore 13.
In questo contesto, il primo intervento è toccato a Olivier Roy, joint chair RSCAS, chair in Mediterranean Studies all’EUI (European University Institute): «Certamente i radicali islamisti cercano gli obiettivi che possono dare un maggior risalto alla loro azione e la minaccia al Papa si inserisce in questo quadro. Bacini e sacche disponibili al terrorismo ci sono dappertutto: la minaccia viene sempre da un livello locale. Si tratta per lo più di persone che non hanno un passato religioso, che si muovono nella direzione del radicalismo e che hanno subito il fascino perverso della narrazione e della messa in scena del Daesh».
L’alleanza, di matrice centrista, che si sta profilando in Sicilia – è stato chiesto a Fausto Bertinotti – rappresenta uno snaturamento della sinistra? L’interpellato, intervenuto al Meeting come presidente della Fondazione Cercare Ancora, ha risposto in questi termini: «Penso che le distinzioni classiche della politica – destra, sinistra e centro – in Europa e in Italia, siano desuete. Sono distinzioni attualmente del tutto inadeguate. Nell’ultimo quarto di secolo, la pratica di governo è stata orientata da un’oligarchia economica e finanziaria. Lo scontro in atto in Europa è tra un populismo dall’alto, che punta sulla ‘governabilità’, e uno dal basso, in attesa, come speriamo, che rinasca la politica».
Mostafa El Feki, da due mesi direttore della Biblioteca di Alessandria e «molto onorato» di intervenire al Meeting, ha ricordato il rilievo storico e internazionale dell’istituzione che dirige. «Riaffermiamo il nostro ruolo al centro del Mediterraneo, che è storicamente un crocevia di culture. Il tema della coesione tra i popoli mi sta molto a cuore». El Feki ha sottolineato la straordinaria importanza della visita, nell’aprile scorso, di papa Francesco all’Egitto. «Quello commesso dai terroristi», ha aggiunto, «è un vero crimine contro l’umanità, che non ha niente a che fare con l’islam».
Anche Javier Prades, rettore dell’Università San Damaso di Madrid, è stato interpellato sul tema del terrorismo. «In teologia», ha risposto, «non si combatte con un’ideologia opposta, ma con un affondo nell’esperienza umana. La Spagna è stata colpita ancora. Il cammino nuovo – per non odiare e per non essere sconfitti dal terrorismo – richiede una lealtà verso l’esperienza umana. Quali sono i tratti essenziali del “nostro modo di vivere”? Qual è la strada per riguadagnare l’umano? Senza negare i problemi della sicurezza, è un percorso lungo e faticoso che può rappresentare una risposta adeguata».
In un successivo intervento, a conclusione della conferenza stampa, Roy ha affermato: «Il XX secolo è stato all’insegna delle ideologie utopistiche che promettevano giorni migliori. I terroristi non sono degli utopisti, ma dei nichilisti. E la loro prospettiva non è comunitaria, ma individualista».