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Il Nodo di Salomone
‘La Mostra intende presentare la vicenda storica di un simbolo, “Il nodo di Salomone”, che ha avuto risalto e fortuna nell’arco di un lungo periodo, almeno dodici secoli. Dopo una lunga incubazione, esso si è manifestato nell’ambito “pagano”, quindi in più cicli di quello cristiano, nell’ebraismo, nell’Islam e ha esempi in culture diverse e lontane da quella occidentale. Un iter anomalo, dove più volte si svolge una rivalutazione simbolica che apparentemente non inficia la sostanza del significato, nè ne diminuisce la centralità di valore. Ma, cosa ancor più strana, è che nessun accenno diretto al simbolo si trova nelle fonti, nulla che ci dia un chiarimento su un segno che, con evidenza, era nel comune patrimonio concettuale dei vari tempi. Tale è lo stato e tale è la radice del fascino del “nodo”: chi visita la basilica di Aquileia, alcune domus di Rimini, Catania, Pompei, le rocce di Valcamonica o i capitelli delle abbazie romaniche, non può non rimanere colpito dalla forza e la centralità con cui il segno si ripete, carico di una valenza magica. La struttura del simbolo è semplice: nella forma classica, due anelli schiacciati e uniti come elementi di catena, ortogonali l’uno sull’altro, formano un disegno cruciforme e su questo schema impostano una dozzina di varianti.’