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E.P.R. Paradox. Un’indagine sulla realtà fisica
‘La Meccanica quantística è quella teoria fisica che descrive e studia gli oggetti microscopici quali le molecole, gli atomi, gli elettroni, i protoni, i neutroni e tutti quei processi nei quali avvengono scambi di energia molto piccoli. Il successo di questa teoria nello spiegare il comportamento fisico degli oggetti microscopici è veramente impressionante e le applicazioni sviluppate sulla base di tale teoria fanno parte ormai della nostra vita quotidiana. La microelettronica alla base dello sviluppo dei computers, le celle fotoelettriche ormai diffuse in molti oggetti di uso quotidiano, i laser usati sempre più frequentemente in medicina e negli apparecchi di riproduzione sonora, l’uso pacifico o militare dell’energia nucleare, sono alcuni esempi di applicazione di tale teoria. Nonostante i tanti indiscutibili successi, la Meccanica Quantistica e’ stata oggetto, praticamente fin dalla sua nascita, di un serrato dibattito sulla validità di alcuni principi sui quali è fondata. L’argomento principale della discussione è la rinuncia, da parte della Meccanica Quantistica, sia ad una descrizione spazio-temporale dei fenomeni microscopici, che all’esistenza di un mondo reale anche al di fuori dell’atto di osservazione dello sperimentatore. I grandi fisici che contribuirono con le loro ricerche allo sviluppo di questa teoria si possono dividere sostanzialmente in due gruppi. Il primo (che comprendeva Bhor, Born, Heisenberg, Dirac, Pauli) accettava in maniera entusiasta la nuova teoria ed era fautore di un rapido abbandono dei concetti tradizionali della fisica classica. Il secondo gruppo (che comprendeva Einstein, De Broglie, Schroedinger, Ehrenfest, Planck), pur fornendo essenziali contributi alla nuova teoria, manteneva un atteggiamento critico verso di essa, non rinunciando all’idea di continuare le ricerche per giungere ad una teoria che fornisse una descrizione spazio-temporale dei microfenomeni. Il contrasto tra queste due diverse linee di pensiero non rimase però pura accademia, ma (come è tipico della ricerca fisica) trovò espressione matematico-formale in un lavoro del 1935 che e’ conosciuto col nome di Paradosso di Einstein, Podolsky e Rosen. Dal 1935 il dibattito sul Paradosso e sulla Meccanica Quantistica si è arricchito del contributo, sia sul piano teorico che sperimentale, di numerosi ricercatori, ma è ancora lontano dall’essere concluso. A più di 50 anni dalla sua formulazione, il Paradosso di Einstein, Podolsky e Rosen rimane una dei problemi più interessanti e ricchi di implicazioni epistemologiche delle ricerche sui fondamenti della fisica moderna. In esso si ritrovano tutti e tre gli aspetti che caratterizzano il dibattito scientifico sui grandi temi della Fisica: l’utilizzo di una rigorosa struttura teorico-formale; il ricorso alla procedura sperimentale; il confronto (o alcune volto lo scontro) sul modo di concepire il mondo reale e il ruolo del fisico come soggetto attivo del processo di conoscenza.’