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TALENTI E CAPITALE UMANO
Talenti e capitale umano
Partecipano: Nerio Alessandri, Presidente e Amministratore Delegato Technogym; Andrea Zappia, Amministratore Delegato Sky Italia. Introduce Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la SussidiarietĆ .
GIORGIO VITTADINI:
Buongiorno. Benvenuti allāincontro Talenti e capitale umano, che continua il filone che nel Meeting ĆØ la presentazione di imprenditori e di realtĆ imprenditoriali che mostrano che lāItalia, seppur come numeri medi faccia fatica a svilupparsi, ha una varietĆ molto grande dal punto di vista imprenditoriale. Ci sono imprese di successo, imprenditori di successo e in particolare, ci sono imprese che puntano sul capitale umano, sui talenti, che sentono questo aspetto come una caratteristica fondamentale del loro sviluppo. Oggi presentiamo due tipi di imprese diverse. Una di origine italiana, unāeccellenza nel mondo. Dicevo prima a Nerio Alessandri, amministratore delegato di Technogym che ringraziamo per la presenza, che mi colpisce quando vado in America che la pubblicitĆ di Technogym ĆØ su tutte le televisioni, ĆØ sentita come unāazienda americana. Questo vi dice il successo. La caratteristica interessante, di cui parlavamo prima, che loro puntano sulla persona. Lāaltra impresa oggi presente ĆØ diversa: Sky Italia, unāimpresa che fa televisione di qualitĆ , riferimento per tutti coloro a cui piace una televisione diversa. In rappresentanza di Sky abbiamo Andrea Zappia, Amministratore Delegato di Sky Italia. La prima domanda, molto informale ĆØ: cosa vuol dire per voi puntare sulla persona allāinterno della vostra impresa? Comincia Nerio Alessandri.
NERIO ALESSANDRI:
Buonasera a tutti e grazie per lāinvito. Ć un piacere essere qua. Il tema del capitale umano ĆØ il tema piĆ¹ importante per unāimpresa. Io dico sempre: āToglieteci tutto, ma non gli uomini, non le personeā, perchĆ© sono le persone che fanno la differenza e unāazienda puĆ² vincere in uno scenario internazionale solo se ha persone capaci ma soprattutto brave, cioĆØ motivate. Il tema da affrontare perciĆ² ĆØ quello dei talenti. Talenti si nasce o si diventa? Questa ĆØ la riflessione. Mi son fatto unāidea che talenti si puĆ² anche diventare. Ć chiaro che ci deve essere un presupposto positivo, ma sicuramente se ci si allena, si puĆ² migliorare costantemente. Questo ĆØ quello che sto facendo, lāallenatore: il che significa condividere prima di tutto un sogno con i propri collaboratori, un progetto, fatto di una visione su che cosa vogliamo costruire insieme. Nel nostro caso vogliamo essere il wellness, la wellness company, wellness evolution provider, cioĆØ vendere, promuovere soluzioni per il benessere e la qualitĆ della vita, e per il miglioramento della performance sportive. Technogym: ginnastica, movimento, stile di vita e soprattutto condividere il perchĆ© far parte di un progetto. Ć una domanda importantissima chiedersi il perchĆ©. La riposta al perchĆ© ĆØ la ragione della nostra esistenza: significa che noi dovremmo essere utili ai nostri clienti e al mondo. Nel nostro caso noi vogliamo aiutare il mondo a essere un poā piĆ¹ bello attraverso la salute delle persone. Healthy people, healthy planet. Tutto questo passa attraverso la creativitĆ delle persone, lāimpegno, la passione. Ho cominciato questa azienda in un piccolo garage, molto giovane, a ventidue anni; quando assumevo le prime persone mi chiedevano se dovevano parlare con me o con mio padre, e quando andavo in banca, mi chiedevano se dovevano parlare proprio con me e io dovevo sempre giustificarmi dicendo che ero io il fondatore dellāazienda, anche se solo ventiduenne. ComāĆØ stato possibile? PerchĆ© cāera un sogno. Semplicemente il sogno di realizzare un qualcosa che potesse lasciare un segno nel mondo, un prodotto. Un prodotto: il primo attrezzo da ginnastica lāho fatto in un garage e piaceva ai frequentatori di una piccola palestra di Cesena, e lo facevo come hobby, perchĆ© nel frattempo lavoravo, visto che nella mia famiglia non cāerano molti soldi. Non mi potevo permettere di lasciare il posto fisso. Dopo un paio di anni, dissi a mia madre: āGuarda che io ci credo al punto tale che voglio mettermi in proprioā e lei pianse per un mese: āMa come? Lasci un posto fisso e ti metti a far attrezzi da ginnastica per far fare fatica alla gente?ā. Pensava che fossi matto. Ebbene il sogno qual era? Era quello di rimettere in moto il mondo. Lāuomo ĆØ nato per fare trenta chilometri al giorno, i nostri antenati facevano venti, trenta chilometri al giorno per procurarsi il cibo, per lavorare la terra, per difendersi, per passare da un villaggio allāaltro. Oggi ne facciamo meno di due, meno di uno. Quindi cāĆØ bisogno di Technogym, utile per colmare quei ventinove, ventotto chilometri che mancano allāappello. CāĆØ da fare, abbiamo mercato. Cosa significa questo? Oggi lāobesitĆ infantile, e tutte le malattie derivate dai cattivi stili di vita, come la sedentarietĆ , il fumo, lāalcool, lo stress, fa sƬ che non ci possa essere un sostenibile sviluppo socio economico futuro. Detto ciĆ², ditemi voi se non ĆØ importante il talento. Talenti si puĆ² diventare, ma bisogna allenarsi. E concludo, non con una ricetta, ma con una esperienza fatta fino ad oggi. Io non sapevo fare praticamente niente. Ero un ragazzo di ventidue anni, figlio di operai. Non sapevo cosa fosse una fattura, una bolla di accompagnamento, non avevo neanche il telefono in casa, dovevo andare nella cabina telefonica a duecento metri da casa per telefonare con i gettoni perchĆ© a Caliseo, dove abitavo io, non cāera il telefono. Allenarsi cosa significa? Significa non dar nulla per scontato, significa avere fame di imparare, di sapere, di vincere, e ho cercato di trasferire questa fame agli altri, ai miei collaboratori, a tutti quelli che sono stati vicini a noi. E talenti, si diventa. Penso ai miei primi dieci collaboratori: due erano vicini di casa, lāaltro era mia cugina, uno era il fratello del mio migliore amico, Ricci Giovanni. Sono ancora tutti in azienda. Ora siamo leader nel mondo, siamo stati fornitori ufficiali per cinque edizioni di Olimpiadi, e lo saremo anche alle prossime, a Rio, nel 2016. Siamo riusciti, per dirla con unāimmagine, a vendere la birra ai tedeschi, perchĆ© vendere gli attrezzi da ginnastica in America ĆØ come vendere la birra ai tedeschi. Siamo riusciti a fare tutto questo con gente normale, che perĆ² ci crede. PerchĆ© ci credono? Mica perchĆ© li costringiamo. Semplicemente perchĆ© abbiamo cercato di rendere il piĆ¹ trasparente possibile lāazienda, facendo molta formazione, comunicando e condividendo la missione, la visione, i valori dellāazienda, ponendo degli obiettivi sempre piĆ¹ alti. Tutto questo allena, in tutto questo ci si allena a diventare talenti, cioĆØ ad imparare e a esplorare. Ho appena scritto un libro e vi invito a leggerlo: Nati per muoverci. Nati per muoverci non solo con le gambe, ma soprattutto con il cuore e con la testa. Si puĆ² fare. Ci sono tanti giovani di fronte a me: questo Paese ha bisogno di voi. Lāunico auspicio che faccio a tutti quanti ĆØ: sogniamo, continuiamo a sognare, come facevano i nostri genitori dopo la guerra durante la ricostruzione, perchĆ© si puĆ² fare, si puĆ² vincere e fare degli ottimi prodotti, venderli nel mondo, raggiungere il risultato. Questo grazie alle persone. Le persone sono la chiave del successo.
ANDREA ZAPPIA:
Buonasera. Per me ĆØ un piacevole ritorno. Anche lāanno scorso ho avuto il piacere di condividere un poā di pensiero con una platea come questa. Parlare di talenti dopo Nerio ĆØ complicato, perchĆ© ha giĆ fatto una carrellata piena di entusiasmo e di concetti fondamentali sulla ricerca del talento – anche perchĆ© lui stesso ĆØ un talento imprenditoriale straordinario, che ha costruito da zero un successo internazionale. Molti dei suoi punti sono validi sia per unāazienda nata da zero, imprenditoriale, con una radice locale forte ma capace di diventare unāazienda statunitense negli Stati Uniti, tedesca in Germania, leader dovunque, che per unāazienda molto diversa dalla sua, che nasce da unāesperienza internazionale, ma si stabilisce in Italia come totalmente italiana e si trova a condividere in pieno i principi che Nerio ha detto. Quello che mi ha piĆ¹ colpito del suo intervento ĆØ quello legato al perchĆ© delle cose, perchĆ© sta molto a cuore anche a me, in particolare nellāultimo periodo. Quello che gli inglesi chiamano purpose: significa la ragione per cui siamo al mondo. Alla fine ciĆ² che motiva di piĆ¹, ed ĆØ forse la responsabilitĆ primaria dellāazienda nei confronti di chi ci lavora, ĆØ quella di dare uno scopo a ciĆ² che si fa. Credo che questo sia piĆ¹ forte di qualunque training, piĆ¹ forte di qualunque elemento di formazione che possiamo dare alle persone che lavorano con noi. Se sappiamo perchĆ© siamo dentro unāazienda, che cosa vogliamo raggiungere e fare veramente, ognuno di noi riesce a mettere ciĆ² che di migliore ha e riesce a dare il proprio talento, qualunque sia. Unāazienda come Sky chiede talenti in maniera molto diversificata. Se vogliamo semplificare il nostro modello di business, in realtĆ molto complesso, facciamo tre cose: facciamo televisione, quindi contenuti; siamo unāazienda tecnologica, con una piattaforma, innovativa per quellāarea; e siamo unāazienda di sale and marketing, con operazioni molto complicate. Abbiamo un tipo di talenti e innovazione molto diverso. La creazione del contenuto, che ĆØ la creativitĆ un poā piĆ¹ pura, anche se occorre fare dei distinguo. La maggior parte di chi lavora sui contenuti in Sky non ĆØ la persona che si inventa il formato MOD. Tante volte vedo giovani che dicono che hanno unāidea per un nuovo format televisivo ma in realtĆ ĆØ molto raro, oggi, partire da lƬ. La realtĆ e il mestiere della televisione ĆØ fatto da una cura del dettaglio spasmodica. Lāinnovazione che richiede sviluppa talenti costantemente, ed ĆØ frutto di creazioni a partire da grandi idee, ma soprattutto ĆØ frutto del fare day by day al meglio, per esempio, un programma sportivo. In questo Sky sport, che in questi anni ĆØ cambiato radicalmente, quando riparte la stagione, ricomincia da zero. Ripartiamo e cerchiamo ogni volta di essere migliori rispetto a quello che abbiamo fatto in passato, non accontentandoci mai. CāĆØ innovazione, innovazione tecnologica profonda: abbiamo portato lāalta definizione, lāoccasione di mobilitĆ , lāon demand, il 3D, la capacitĆ di vedere dallāinizio i programmi quando sono giĆ cominciati. Tutto questo nasce da persone italiane che hanno del talento e hanno due sviluppi separati: cāĆØ chi si inventa e trova lāidea originale, ma cāĆØ anche chi ĆØ capace di aprire gli occhi, guardare fuori e prendere una buona idea, migliorarla e adattarla per lāItalia. Il terzo tema, che forse ĆØ meno visibile ma piĆ¹ importante, ĆØ lāinnovazione e lo sviluppo delle persone in tutta quella macchina che cāĆØ dietro alla televisione. LĆ dietro ci sono migliaia di persone di Sky che lavorano. Quello che per molti puĆ² sembrare il lavoro meno visibile della televisione, meno nobile della televisione, ha in realtĆ una nobiltĆ elevatissima. Oggi Sky ĆØ particolarmente forte nel mondo digitale. Il nostro costumer service ĆØ digital first. Quindi abbiamo recentemente assunto ragazzi che son capaci di pensare allāesperienza come nativi digitali. Tutto questo perĆ² credo che sia veramente incorniciato dal perchĆ© siamo qui. Ed ĆØ la prima cosa che cerchiamo di dire quando cerchiamo di attrarre un nuovo talento da noi.
GIORGIO VITTADINI:
Traendo spunto da quello che avete detto, come fate a fare la selezione del personale e lo sviluppo aziendale? Che cosa andate a vedere nelle qualitĆ di una persona da scegliere per farla crescere nel percorso aziendale?
NERIO ALESSANDRI:
La prima cosa in assoluto ĆØ la motivazione. La motivazione, la passione, lāinteresse personale: se coincide con lāinteresse aziendale, con la passione alla tecnologia, al design, allo sport; e poi guardiamo se le persone sanno capire e ascoltare. Poi lāapproccio: la prima cosa che mi interessa guardare ĆØ la curiositĆ . Lāindice dellāintelligenza emotiva di una persona ĆØ la curiositĆ . Siate curiosi di esplorare, di imparare, curiosi di capire, di conoscere. Se una persona ha lāapproccio giusto succede tutto. Fortunati si diventa nel momento in cui il talento, che dicevamo pocanzi, si incontra con lāoccasione. Se non cāĆØ la curiositĆ e non cāĆØ la voglia di esplorare, le occasioni si riducono in modo esponenziale. Io di cose sbagliate ne ho fatte molte. Ma se pensavo di farne poche era molto improbabile che nascesse Technogym. CuriositĆ significa anche lavorare, ma lavorare divertendosi. Lavorare significa nobiltĆ del lavoro. Il lavoro ĆØ nobile. Lavoro nobile significa voler partecipare, far parte di un progetto che possa lasciare un segno nel tuo territorio, per il tuo Paese, nellāinnovazione, nelle invenzioni tecnologiche. Ognuno di noi declina questo segno: se uno ĆØ ricercatore, vuol mettere il suo nome su di un brevetto, se uno ĆØ commerciale, vuole fare una vendita speciale, come nel nostro caso alla Casa Bianca. Se uno ĆØ un finanziario amministrativo vuole fare unāoperazione di acquisizione che sia ricordata nel tempo. Ognuno di noi puĆ² ritrovare la sua soddisfazione, ma solo se ha quella curiositĆ e quella voglia. In un colloquio, che non deve durare piĆ¹ di tanto, sono poche le cose che contano. Non conta il titolo. Non contano la lauree fini a se stesse. Non conta il master. Quando uno ha fatto la laurea e il master non ha finito, ma inizia. Ć facile sbagliare la scelta delle persone. Quando mi si chiede quale sia la cosa piĆ¹ difficile per un imprenditore, rispondo che ĆØ scegliere le persone. Persone giuste, al posto giusto e nel momento giusto fanno la differenza. Come dico sempre, ĆØ inutile far andare un tacchino su per un albero, meglio farlo fare ad uno scoiattolo. Se trovi la persona giusta nel posto giusto hai giĆ fatto il 50%, poi tutto il resto vien da sĆ©. Le persone perĆ² sono condizionate dal loro Paese, dalla cultura del loro Paese e del loro territorio. Noi che esportiamo piĆ¹ del 90% del nostro lavoro in giro per il mondo non possiamo competere con una cultura che si basa su quello che ĆØ il percepito italiano. Molte volte le persone pensano che in giro per il mondo sia come in Italia, quando invece per universitĆ , giovani, aziende, concorrenza, mondo digitale, il livello competitivo ĆØ molto differente. Il talento cosa significa? Dipende con cosa ti confronti. Se una persona che lavora in Technogym ĆØ appagata dal fatto che si confronta con un suo collega di Cesena, che magari non viaggia, che magari ĆØ il suo dirimpettaio in ufficio, pensa di essere piĆ¹ bravo. Magari lui ĆØ contento e felice ma purtroppo sta guardando solo davanti al suo naso. Non ĆØ perchĆ© non faccio il Presidente o lāamministratore delegato dellāazienda vuol dire che il mio āioā, la mia autostima, la mia soddisfazione non possano trovare quello che merito per essere motivato. Quando facevo il cameriere, in uno di quegli hotel tra Cesenatico e Milano Marittima, io e il mio collega avevamo una sala da servire, e io volevo essere molto piĆ¹ bravo di lui. Lāimportante ĆØ far bene quello che stai facendo. Non devi essere frustrato perchĆ© quello che stai facendo lo bruci pensando a quello che dovrai fare ed essere insoddisfatto perchĆ© non sei in quella posizione o non hai quel titolo. Quello arriva da solo. Tu devi perseguire lāobiettivo come risultato, non il successo. Se pensi al successo non arriverĆ mai. Sono tutti piccoli aspetti che dicono di un approccio, che in un colloquio devi riuscire a capire e in pochi minuti, ed ĆØ molto difficile. Ecco perchĆ© si sbaglia spesso, perchĆ© il successo di una persona, in una azienda, ĆØ dato dallāapproccio. Molti paesi, molte culture, soprattutto anglosassoni, aiutano, perchĆ© giĆ fin dallāuniversitĆ , cāĆØ un approccio, un desiderio di affermare la bandiera del proprio Paese. Cosa manca a noi? Manca lāorgoglio per il nostro Paese e della nostra bandiera. Parliamo tutti male dellāItalia, parliamo tutti male dellāExpo. Noi siamo fornitori ufficiali, partner dellāExpo, e quasi mi dovevo vergognare di questo fatto, almeno fino al giorno prima. Noi eravamo lƬ ed era la cosa piĆ¹ bella al mondo, ci credevamo e cosƬ ĆØ stato. Ma fino al giorno prima ci era quasi venuto un dubbio. Ć possibile che un Paese faccia il tifo perchĆ© vada male una sua eccellenza, un suo investimento? Una cosa da masochisti. Questo ĆØ noto a tutti ma tutti i giorni funziona che parliamo male dei nostri prodotti, delle nostre imprese, delle nostre persone. Rischiamo che i peggiori concorrenti dellāItalia siano gli italiani, per questo i tedeschi si divertono a guardarci litigare. Loro che hanno avuto un cambio dal marco allāeuro con un vantaggio del 30% si sono comprati lāEuropa senza fare una guerra. Ci siamo ritrovati con uno svantaggio dove loro sono riusciti a essere piĆ¹ competitivi. Grazie a questo e hanno venduto auto a tutto il mondo, prima di tutto lāItalia, per pagarsi lāintegrazione con la Germania dellāest e fare flussi. Ć il Paese, ĆØ il sistema. Un individuo, un imprenditore, deve poi fare i conti con quello che ĆØ il mondo globale. Dico a tutti i giovani: non pensate alla solita America, la solita Germania, la solita Indonesia. LāAmerica rimane lāAmerica. PerĆ² ci sono paesi con tante opportunitĆ . Andate a fare esperienze allāestero ma – cosa piĆ¹ importante – tornate in Italia. Dico sempre ai manager che lavorano in imprese internazionali: āFate pure esperienze nelle multinazionali americane, perĆ² tornate in Italia. Tornate a dare la vostra responsabilitĆ sociale come individui. Per Technogym ĆØ importantissima la responsabilitĆ sociale di impresa. Questa ĆØ unāaltra delle motivazioni forti per i talenti. Noi abbiamo lanciato lāidea del wellness nel mondo, abbiamo creato la wellness valley sul territorio, abbiamo voluto restituire al nostro territorio, la Romagna, un progetto sociale che possa culturalmente aiutare le persone a vivere meglio, aiutare le imprese, gli imprenditori, il turismo, le istituzioni, gli ospedali, le persone ammalate, a essere piĆ¹ produttive e creative, a essere piĆ¹ felici. Star bene conviene a tutti. Conviene allo Stato, per la dura spesa sanitaria, conviene alle persone per vivere meglio ma conviene soprattutto alle imprese per essere piĆ¹ produttive. Concludo dicendo: talento e risorse umane, ma quale sarĆ la nuova tecnologia del futuro? Dopo unāera basata sulla wellness, sulla green-economy, dopo unāera basata sul digitale, cosa succederĆ domani? Noi siamo convinti che sarĆ la wellness economy. La vera nuova tecnologia del futuro, dal mio osservatorio, sarĆ la creativitĆ delle persone. Sempre di piĆ¹ la creativitĆ delle persone. Si tornerĆ alle nostre radici, si tornerĆ a mettere lāuomo al centro. Chi farĆ la differenza non sarĆ il computer piĆ¹ potente, il web o lāapplicazione – che comunque saranno commodities – non saranno assolutamente le informazioni. Il futuro sarĆ in chi sarĆ in grado di analizzarle queste informazioni. Tutto il resto, quel mondo digitale che tanto ci affascina in questo momento, sarĆ solo un mezzo. Ecco perchĆ© noi parliamo della wellness economy. Ecco perchĆ© siamo nati per muoverci, ecco perchĆ© lāuomo deve muoversi, perchĆ© se si muove ĆØ piĆ¹ felice, se si muove ĆØ piĆ¹ creativo e se si muove ĆØ piĆ¹ produttivo. Noi non siamo nati per mangiare, noi siamo nati per muoverci e poi abbiamo bisogno di mangiare. Quale sarĆ la sostenibilitĆ ? SarĆ solo attraverso la prevenzione, i sani stili di vita. A maggior ragione, le risorse umane nelle imprese faranno la differenza. LāItalia ha unāopportunitĆ straordinaria perchĆ© ha mens sana in corpore sano nella sua cultura di duemila anni fa. Possiamo far diventare lāItalia il piĆ¹ grande produttore di benessere la mondo, esportando la qualitĆ della vita italiana, fatta di arte, cultura, cibo, design, moda. Expo ĆØ assolutamente la vetrina piĆ¹ straordinaria che abbia mai avuto lāItalia per vendere il suo made in Italy, per vendere la qualitĆ della vita italiana.
ANDREA ZAPPIA:
Mi unisco allāentusiasmante incontro che ha fatto Nerio e condivido la sua visione del wellness; posso dire che per un pezzettino ci proviamo anche noi. Vorremmo che e persone si muovessero molto e che possano guardare televisione di qualitĆ quando la guardano, e che questo tempo sia dedicato a programmi che fanno bene al loro wellness, mentale e non solo. Usiamo i mezzi dellāepoca digitale per portare questi contenuti dove vogliono, quando vogliono e consentire una scelta piĆ¹ vasta possibile. Tornando al tema della selezione dei talenti, ĆØ un problema per il quale non conosco unāazienda che abbia veramente raggiunto gli obiettivi. Tutte le aziende che conosco hanno un talent manager program. Non cāĆØ nessuna che non lo abbia. Tutte hanno obiettivi condivisi dai vertici dellāazienda di prendere i migliori talenti sul mercato, di prendere quelli che servono, di prendere quelli giusti, nella quantitĆ giusta al momento giusto e, come diceva Nerio, servono anche talenti diversi in fasi diverse dellāazienda. Non ne conosco una che sia mai riuscita veramente a rispettare il proprio programma e a farlo con continuitĆ . Magari cāĆØ un momento magico in cui riesce ad avere un team ideale, ma poi tenerlo insieme ĆØ riuscire a continuare a tenerlo motivato, a tenerlo lƬ capace di crescere insieme allāazienda. Credo che uno dei temi fondamentali su cui oggi ci confrontiamo con un innovazione cosi veloce ĆØ che o sei capace di guidare il cambiamento o questo ti travolge. Abbiamo letto e sentito di aziende straordinarie oggi sparite. Il che vuol dire che aziende come le nostre devono costantemente pensare a cosa viene dopo e pensare soltanto al futuro; pensando a quali cose dobbiamo riuscire ad inventarci, quali progetti, quali strategie cambiare per continuare a vincere. Credo che molti di noi cerchino le stesse cose, quando si cerca una nuova risorsa. Oggi piĆ¹ che mai cerchiamo persone propense al cambiamento. La velocitĆ del cambiamento ĆØ straordinaria, anche se ancora cāĆØ una resistenza in un Paese come il nostro, che ĆØ meraviglioso, ma ĆØ molto conservatore. CāĆØ una resistenza al cambiamento, ed infatti oggi quello di cui abbiamo bisogno sono persone che abbiano veramente voglia nel corso della propria vita, della propria carriera professionale, dentro unāazienda o dentro piĆ¹ aziende, di affrontare sfide nuove; persone che non pensino di fare lo stesso mestiere per troppo tempo. Abbiamo bisogno di saltatori di ostacoli, di individui che quando trovano degli ostacoli non li vedano come recinti, ma come una bella fila di ostacoli da superare il piĆ¹ velocemente possibile. Questo tipo di attitudine ĆØ veramente fondamentale. In business complicati, anche operativamente, noi cerchiamo chi ĆØ capace ed adora il marginal gain. Lāidea che io possa arrivare e fare improvvisamente un salto troppo lungo, un cambiamento troppo radicale ĆØ spesso velleitaria. In realtĆ i grandi atleti vivono di marginal gain, vivono della ricerca del proprio limite, vivono della capacitĆ di trovare il luogo dove poter dare il loro cento per cento. Quando vi dicono di dare il centodieci per cento sappiate che ĆØ una stupidaggine. Tutti noi lavoriamo per avvicinarci, giorno dopo giorno, al nostro massimo, cercando di migliorare la nostra macchina – e questo ĆØ lāallenamento di cui si diceva prima. Cosa facciamo noi? Sky come altre aziende ĆØ molto strutturata, ha dei programmi molto efficaci che stimolano la cross experience. Abbiamo dei programmi per nuovi talenti che entrano e ruotano nelle diverse funzioni dellāazienda, prima di decidere un percorso di carriera. Stiamo cominciando a stimolare la cultura del talento. Lo abbiamo fatto con un piccolo esperimento nella moto 3: abbiamo fatto un team pensando di aiutare lo sviluppo del prossimo Valentino Rossi. Non siamo entrati nel moto gp, lo abbiamo fatto prendendo ragazzi italiani, preparando un team italiano con lāaiuto di Valentino Rossi. Questo lo usiamo come esempio internamente per dimostrare che la nostra volontĆ di investire sulla capacitĆ di costruire un talento. Lo faremo anche in un programma che lanceremo lāanno prossimo, pensato ai ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, che si chiamerĆ Sky Academy, che consentirĆ a ragazzi giovani che spesso arrivano a decidere i percorsi di carriera che vogliono affrontare sulla base di pochi paradigmi, di scoprire tutti i mestieri che ci sono nella televisione e che oggi sono poco conosciuti, e che permettono di mettere in onda una trasmissione televisiva. Chiudo questo intervento sul tema dellāorgoglio, che Nerio ha cosƬ ben toccato. Non cāĆØ dubbio che alla base delle persone che possono avere successo allāinterno delle aziende, cāĆØ il drive, cioĆØ la motivazione, quellāenergia interiore, quel fuoco interiore. Ć vero che si applica in qualunque mestiere si possa fare allāinterno di un gruppo ed ĆØ fondamentale, ĆØ quello che ci guida tutti i giorni a ripresentarci alla mattina a lavoro. Sky cerca di farlo, nel suo piccolo, devo dire, tutti i giorni. Noi siamo molto orgogliosi del ruolo che abbiamo nel Paese e cerchiamo di farlo con il concetto di responsabilitĆ . Come azienda pensiamo di avere una responsabilitĆ nei confronti dei nostri utenti, dei nostri dipendenti, dei nostri clienti, ma anche del Paese in cui operiamo. Questo ci consente di poter offrire non solo direttamente, ma anche indirettamente. Penso a Sky Arte che non ĆØ determinante per un business-pay come il nostro, ma ĆØ fondamentale per determinare il ruolo che Sky ha dentro un Paese come lāItalia, di motore di innovazione culturale. Non a caso siamo diventati oggi la prima azienda culturale del Paese, oltre ad essere la prima media-company, per dimensioni, dellāItalia. Questa azienda ĆØ fatta da Italiani che hanno lāorgoglio di affrontare con grande amore e passione tutto quello che fanno. Amore e passione che cerchiamo in quelli che vogliono unirsi a noi. Ć difficile trovare in un colloquio questa forze ed ĆØ difficile trasmettere loro questa passione, sperando che la sposino e decidano di venire con noi.
GIORGIO VITTADINI:
Terza questione, che ha a che fare con i talenti. Il dibattito tra istruzione formale e formazione aziendale. A volte si discute riguardo al fatto che la differenza che tra il nostro Paese e gli altri ĆØ che non si investe in educazione. Pensate di fare voi la formazione o la chiedete a scuole e universitĆ ?
NERIO ALESSANDRI:
La formazione fine a se stessa, piĆ¹ o meno cuba al cinque percento, nel senso che ĆØ dimostrato scientificamente che di unāattivitĆ fatta in aula nella testa delle persone rimane circa un cinque per cento. Diciamo quindi che serve ma non ĆØ efficacie. CiĆ² che invece, in base alla nostra esperienza, ĆØ assolutamente interessante ĆØ fare esercizio sul campo, cioĆØ creare una situazione di confronto costante con chi ha giĆ fatto delle esperienza simili, soprattutto con i fornitori. Sui fornitori noi crediamo molto allāopen innovation, innovazione attraverso lāapertura alle start-up e verso tutti gli altri. La formazione perciĆ² ĆØ la job-rotation, la formazione ĆØ fare piĆ¹ esperienze in paesi diversi, in ruoli diversi, nel gioco di squadra. Se tu per tutta la vita fai sempre la stessa cosa, puoi fare tutta la formazione che vuoi ma il miglioramento incrementale ĆØ minimo. Se vuoi fare un miglioramento radicale cāĆØ bisogno di una discontinuitĆ . DiscontinuitĆ significa fare qualcosa dalla parte opposta di quella che tu facevi. Se sono un tecnico nellāattivitĆ ricerca e sviluppo, magari posso essere indispettito con il personale delle vendite che non ĆØ bravo a vendere il mio prodotto. Ma se vado a vendere, riesco a capire meglio i venditori e il loro lavoro. E mi accorgo, magari, che ho fatto un prodotto che piaceva solo a me e che non ai clienti. Tornare a fare il tecnico, a questo punto, ti porta ad avere un approccio completamente diverso. Questo ĆØ un esempio che puĆ² essere replicato in tutte le aree aziendali. La formazione ĆØ perciĆ² multidisciplinare, principalmente su due assi: il primo ĆØ quello sul processo, sulla competenza e sul meccanismo del processo e quindi dellāorganizzazione che sviluppa il prodotto e le vendite; il secondo riguarda una formazione piĆ¹ trasversale, sulle specifiche competenze, dal parlare bene lāinglese, alle capacitĆ di project management, eccetera. La formazione per noi ĆØ vitale. Abbiamo la nostra corporate university, ormai da quindici anni, che prima era piccolina mentre oggi ĆØ piĆ¹ importante dove facciamo formazione. Ha un programma che serve a conoscere le persone; la formazione spesso ĆØ molto interessante per conoscere le persone. La formazione la fai sul campo, la fai con la curiositĆ , la fai con il confronto, la fai con gli amici, la fai con altri tuoi conoscenti. In fin dei conti, la vera formazione ĆØ la curiositĆ , la sete e la fame di esplorare. La formazione intesa come andare a scuola e stare in aula, sinceramente, la trovo obsoleta. Oggi cāĆØ anche una formazione digitale, ci sono delle piattaforme digitali piĆ¹ rapide, veloci, snelle, ci sono dei sistemi di confronto esperienziale. Lāesperienza vale sul campo; per imparare come si serve un cliente, andare a fare il cameriere vale molto di piĆ¹ che fare un corso sulla customer satisfaction! Non mandiamo i nostri manager a fare i camerieri, ma li portiamo sulle linee di produzione, li portiamo dal fornitore cioĆØ vanno a vedere cosa succede. Anche per quanto riguarda lāinstallazione, vanno a fare unāattivitĆ di assistenza tecnica. Andare sul campo e vedere dove succedono le cose ĆØ la vera formazione. Ć un modo molto piĆ¹ pragmatico, piĆ¹ anglosassone e noi su questo investiamo tantissimo e ci crediamo. Torniamo perĆ² al punto che riguarda la passione rispetto a ciĆ² che si fa. Bisogna essere prima di tutto utenti, utilizzatori: se si lavora in una azienda automobilistica e non piacciono le auto, ĆØ difficile entrare nel merito. Se si lavora in una azienda sportiva come Tecnogym, creata sullāimportanza dellāesercizio fisico, del movimento, e non ti piace i fitness, ĆØ difficile. Questo vale in tutti i settori. Anche per Sky credo sia cosƬ, perchĆ© se non ti piace lāintrattenimento, la cultura, e non ti piace quella che ĆØ la comunicazione, trovo difficile che si possano raggiungere dei risultati. Le persone hanno un potenziale molto piĆ¹ alto di quello che loro pensano: il problema vero ĆØ trovare il modo di dare apertura alle loro passioni, alle loro ambizioni. Il fatto di esplorare e di confrontarsi con altri permette di cambiare. Diceva giustamente Andrea – e concordo – che alle persone non piace cambiare. Non piace per una ragione molto semplice. Prima di tutto, perchĆ© bisogna assumersi il rischio di cambiare anche nella propria vita e nel proprio modo di essere. E soprattutto, cambiare comporta fatica, comporta un sacrificio. Se una cosa funziona e ha successo, significa che sta diventando giĆ obsoleta. Se tu aspetti di cambiare le cose quando ti accorgi che le cose vanno male, nel lavoro o nel prodotto, ĆØ troppo tardi. Se vuoi anticipare il tracollo e stare sempre su, lāimportante ĆØ cambiare costantemente. Cambiare deve essere divertente, deve essere bello mettersi in discussione; se la vedi in positivo, questa ĆØ unāopportunitĆ , se la vedi in negativo questa ĆØ una costrizione ed ĆØ una frustrazione. E cosƬ torniamo ancora allāapproccio. Io credo che il nostro Paese abbia delle grandi opportunitĆ . Credo nella nostra azienda e lo stiamo dimostrando. Fare competizione in Italia, fare prodotti in Italia e competere nel mondo ĆØ come correre sul tapis roulant con uno zaino sulle spalle. Vedo questo, perĆ², in positivo perchĆ© in questo modo ci si allena di piĆ¹, chissĆ mai che un giorno ci potremo togliere lo zaino e riuscire ad essere ancora piĆ¹ veloci. Lāallenamento, se ĆØ duro, puĆ² nel tempo essere un investimento. Su questo credo che abbiamo delle grandi opportunitĆ . Pensate in grande!
ANDREA ZAPPIA:
Sul tema della formazione, interna ed esterna, in realtĆ non cāĆØ una risposta univoca, perchĆ© le soluzioni devono essere create ad hoc. Oggi, credo, qualunque azienda decide di volta in volta se ha bisogno di andare a prendere un profilo con un certo tipo di esperienza e di formazione, piuttosto che cercare semplicemente unāattitudine, cioĆØ una persona con certe caratteristiche personali da formare, da far crescere. In realtĆ , lo spunto che in questa domanda mi dĆ ĆØ per dire che tutte le volte che si cerca di inscatolare dentro una struttura troppo rigida questo tipo di gestione, si fallisce. Anche gli studi e le teorie organizzative credo siano abbastanza obsolete. Lo dico con i miei collaboratori quando mi dicono che i nostri organigrammi cambiano troppo in fretta. Per me potrebbero anche cambiare tutti i giorni, potrebbero anche non esserci, in alcuni casi. In realtĆ la strutture piramidali, tradizionali, con i percorsi di carriera predefiniti e la formazione tarata su quelle basi non sono piĆ¹ la realtĆ . Intorno a noi, in alcuni mercati piĆ¹ che in altri, il mondo cambia talmente velocemente che tu devi modificare non soltanto come fai le cose, ma anche lāorganizzazione che sviluppi per raggiungere gli obiettivi. La costruzione di team veloci, di persone che sappiano lavorare molto insieme ĆØ diventata molto piĆ¹ importante rispetto che al passato. Dal punto di vista delle aziende, credo che sia fondamentale avere chiarezza di visione, di strategia e di piani ma poi essere capaci di trovare talenti, cioĆØ la struttura di gioco piĆ¹ giusta per vincere. Nella formazione che scegliamo, dobbiamo essere molto pragmatici; il cambiamento, nella nostra epoca, ĆØ talmente veloce che richiede di essere pragmatici nel raggiungimento di una visione e di una strategia chiara.
GIORGIO VITTADINI:
Ultima domanda. Avete ancora un sogno nel cassetto?
NERIO ALESSANDRI:
Per me ogni giorno ĆØ come il primo. Una volta scrivevo le mie note e i miei appunti su foglietti di carta e mia moglie, poveretta, trovava questi biglietti dappertutto. Adesso lo faccio col telefonino, che ĆØ pieno di appunti. Il concetto ĆØ che vorrei fare molto di piĆ¹ di quello che faccio, perchĆ© si puĆ² fare ed ĆØ unāopportunitĆ straordinaria per aiutare il nostro Paese, per aiutare le nostre imprese. Io credo molto nella responsabilitĆ sociale di unā impresa: lāazienda ĆØ patrimonio dellāumanitĆ . Unāazienda crea ricchezza per i fornitori, per il territorio, per il Paese, per le tasse, per le persone che ci lavorano e per i clienti. Ringrazio tutte le persone che credono in Technogym, prima di tutto i nostri collaboratori. Questo credo che sia un privilegio: poter contribuire a far sƬ che il nostro Paese nel mondo sia conosciuto, e che i nostri prodotti siano apprezzati. Nel nostro caso, siamo presenti in cento paesi, sessantacinquemila centri nel mondo sono attrezzati Technogym, quaranta milioni di persone fanno ginnastica tutti i giorni con i nostri attrezzi. Il fatto che atleti, persone che non stanno bene, che hanno dei problemi di riabilitazione, piuttosto che persone che vogliono semplicemente tenersi in forma trovano un prodotto fatto a Cesena, credo sia un privilegio enorme. Il sogno ĆØ quello un giorno essere di consulenti dello Stato, degli Stati che possono avere problemi. Ad esempio, in Medio Oriente il diabete ĆØ arrivato al 23% della popolazione. Ci sono dei paesi che hanno un tasso altissimo di obesitĆ . Il fatto che Technogym possa mettersi a fianco delle istituzioni per riuscire ad affrontare temi di questa portata ĆØ un sogno. CosƬ come poter consulenti delle aziende che vogliono fare programmi di benessere per i propri collaboratori, e di miglioramento delle prestazioni della persona. Noi diciamo sempre che il corpo ĆØ il santuario dellāanima. Una mente vivace non puĆ² stare in un corpo ammalato. Non ĆØ possibile. Vorremmo essere consulenti delle persone per i loro stili di vita. E poi la tecnologia: Technogym ĆØ Apple like, vorremmo essere la Apple del wellness. Se volete, scaricate lāapplicazione Technogym che abbiamo lanciato per EXPO. Si chiama Let’s Move and Donate Food. Quando ti muovi, il telefonino registra il tuo movimento, genera dei moves e questi si trasformano in pasti per i bambini che soffrono la fame. Abbiamo fatto un accordo con lāOrganizzazione delle Nazioni Unite, che si occupa del World Full Program per sfamare i bambini che hanno problemi di nutrizione. Voi vi muovete, bruciate calorie e queste calorie le potete donare. La nostra azienda, cosƬ, finanzia i pasti. In questi ormai tre mesi di apertura di EXPO abbiamo raccolto piĆ¹ di trecentocinquantamila pasti. Questa ĆØ stata unāidea di un nostro collaboratore, e si ĆØ tramutata in una semplice applicazione. Ognuno di noi che ha un telefonino, scarica la Technogym Map e puĆ² contribuire a livello mondiale a donare dei pasti a bambini che soffrono la fame. Quando ho cominciato nel garage non me lo sarei mai immaginato! Quindi si puĆ² fare. E se ĆØ cosƬ, perchĆ© non continuare a sognare? Ć chiaro che bisogna fare anche un poā di fatica, bisogna metterci dellāimpegno, ma ne vale la pena. Grazie.
ANDREA ZAPPIA:
Il mio punto di partenza ĆØ privilegiato, perchĆ© penso di fare il mestiere piĆ¹ bello del mondo, e con me molti dei miei colleghi. Abbiamo la fortuna di lavorare in unāazienda meravigliosa, in una industria creativa, innovativa, in continuo cambiamento, dove ogni giorno sei capace di incidere. Siamo ospitati dai nostri clienti nelle loro case, entriamo e portiamo loro intrattenimento, arrabbiature se la loro squadra del cuore sta perdendo, qualche lacrima, qualche sorriso, divertimento, informazione, educazione. Siamo un prodotto non neutrale per loro, tantāĆØ che ne parlano molto. Le interazioni che abbiamo con loro non sono mai neutrali. Anche quando sono contenti, sono appassionati, cāĆØ molta intensitĆ , perchĆ© entrando nelle loro case, partecipiamo ad un pezzo della vita emotiva dei nostri clienti. Di sogni ne abbiamo tanti. In realtĆ , ĆØ un continuo sviluppo di sogni, misti ad ambizioni. Se devo sceglierne uno, ne scelgo uno molto fattibile, credo, per quanto sia ambizioso nel suo disegno. Credo che abbiamo grattato la superficie della straordinaria creativitĆ italiana nei contenuti audiovisivi. Oggi Sky ha un insieme di produzioni televisive in arrivo particolarmente entusiasmanti. Io credo che lāItalia possa costruire una nuova major come quelle americane che da anni producono le serie tv che ci hanno entusiasmato, che ci hanno fatto conoscere mondi diversi. Credo che Sky possa diventare uno tra questi studios, possa diventare un polo europeo e globale di creativitĆ e di produzioni che siano veramente capaci. Per certi versi, mi ritrovo in quello che diceva Nerio prima quando noi ci sottostimiamo. Oggi le nostre produzioni sono totalmente allāaltezza delle produzioni americane. Non lo erano in passato perchĆ© non lo volevamo, perchĆ© pensavamo che lāitaliano fosse un limite. Tra due settimane, Channel Four in Gran Bretagna metterĆ in prime time una serie in tedesco sottotitolata. Gomorra ĆØ andata in onda in italiano, anzi in dialetto napoletano, sottotitolata in cento paesi del mondo. Non ĆØ vero che lāitaliano di per sĆ© ĆØ un limite. Ć un limite come pensiamo noi. Noi siamo il limite di noi stessi. Liberiamo le nostre ambizioni, liberiamo i nostri sogni e non ci fermiamo lƬ ma mettiamoci un piano concreto, fattibile, con le risorse giuste, sia umane che economiche e finanziarie. A me piace avere dei sogni che poi diventino realtĆ ; cosa stiamo facendo oggi? Pensiamo in grande, e ci strutturiamo in grande. Sky, il team italiano, sta oggi rivestendo un ruolo importante allāinterno di una Sky europea molto piĆ¹ grande, che ha grandi mezzi, grandi risorse e che cerca perĆ² grandi talenti e grandi idee capaci di pensare non piĆ¹ per il nostro territorio soltanto, ma con la creativitĆ italiana per tutto il mondo. Questo ĆØ un sogno che siamo convinti si potrĆ realizzare.
GIORGIO VITTADINI:
Alla fine dellāincontro forse la questione che viene in mente ĆØ che il titolo era parziale, perchĆ© prima che talenti e capitale umano, bisognava usare la parola genio. Genio ĆØ lāidea di qualche cosa che sta alla radice della personalitĆ umana: ĆØ la voglia di costruire, di creare e di generare. Il genio dellāumano. Fare qualcosa di nuovo che risponde al bisogno della gente. Ci vogliono talenti e ci vuole capitale umano, ma quello che abbiamo sentito stasera da Nerio Alessandri e Andrea Zappia ĆØ il genio che sta allāorigine dellāimpresa. Durante il Meeting abbiamo parlato di Abramo, una persona che rinasce da una fonte che non era prevedibile. Il genio, anche aziendale, nasce da qualcosa di non prevedibile, perchĆ© a ventidue anni, in un garage di Cesena, non ĆØ prevedibile che nasca unāimpresa che vada in giro per il mondo. Oppure, non ĆØ prevedibile che in un mercato come quello televisivo italiano, intasato di polemiche riguardo al duopolio pubblico-privato, si inserisca un altro attore che fa della bellezza e della qualitĆ il punto di entrata in questo mercato. Il genio ĆØ lāimprevisto che nasce e che sconvolge tutte le descrizioni. Quello da cui sono stato colpito stasera ĆØ il continuo scardinare gli schemi. Veniva detto prima: se inserisci in schemi la formazione, la scelta del personale alla fine le atrofizzi. Invece devi continuare a generare, creare, devi alzarti la mattina e avere in mente qualcosa di nuovo e la sfida con paesi che non sono la ripetizione di uno schema. Mi sembra che questo sia un tipo di azienda un poā diverso da quello di cui si parlava venti o trentāanni fa: unāazienda stereotipata e schematica. Forse dobbiamo reinventare unāazienda esito di una creativitĆ umana, e forse quando parliamo di crisi italiana, dobbiamo pensare che per superare la crisi dobbiamo guardare piĆ¹ a questo imprevisto che allo schema. Dobbiamo seguire i casi aziendali, e capire perchĆ© qualcuno va, e qualcun altro non va. Io, da statistico, sono sempre colpito da una cosa: questo 0+ che ĆØ lāItalia, non ĆØ uno 0+ uguale, ma ĆØ la media ha una varianza altissima. Ci sono imprese che vanno moltissimo e altre che non vanno, negli stessi settori, o in settori completamente nuovi. Allora, come mai qualcuno va e qualcun altro non va? Come mai gli stessi antecedenti portano risultati completamente diversi o opposti? Forse dobbiamo imparare di nuovo dalla realtĆ . Per chiudere, faccio un esempio su Milano. Nelle periferie milanesi ci sono i ruderi industriali. Dalle mie parti a Lambrate ci sono le industrie Innocenti, poi in Bicocca la Breda, la Pirelli, ad Arese lāAlfa Romeo. Dovresti avere una cittĆ che ĆØ diventata come Detroit, cioĆØ una cittĆ in declino. Eppure Milano non ĆØ in declino. Ma allora: da dove nasce il nuovo lavoro, la nuova imprenditoria? Ć una domanda che faccio spesso, e finora non ho avuto risposte, perchĆ© nessuno ĆØ riuscito ancora a capire cosa sta succedendo a Milano. Mi hanno dato tante risposte, ma da un certo punto di vista forse bisogna guardare di piĆ¹. Dove ĆØ finita tutta la gente che lavorava nelle grandi aziende e che comunque a Milano trova lavoro visto che, dal punto di vista del sistema universitario, negli ultimi anni Milano ha guadagnato il 15-20%? Bisogna guardare di piĆ¹ la realtĆ . Bisogna accorgersi di qualcosa che comincia anche sul piano aziendale, qualcosa di nuovo che non abbiamo previsto e che prima di incasellare dobbiamo seguire. Nerio Alessandri prima mi chiedeva prima qual ĆØ lāesito del Meeting. Sicuramente sul tema economico ĆØ questa capacitĆ di osservazione, che forse ĆØ il primo fattore per uscire dalla crisi. Non continuare con gli schemi di quello che sapevamo.
NERIO ALESSANDRI:
Sono talmente dāaccordo che credo, sulla base di quello che hai detto, che il vero tema futuro non ĆØ saper leggere e scrivere, ma saper disimparare e reimparare, cioĆØ la velocitĆ del cambiamento e del reinventarsi.
GIORGIO VITTADINI:
Stupendo. Grazie.