22 agosto agenzia meeting

Agosto 2023

ULTIM’ORA MEETING RIMINI 2023 in collaborazione con Askanews

Rimini, 22/08/2023 – 11,45

RICERCA RANDSTAD-FPS: 3 LAUREATI SU 4 AL LAVORO ENTRO UN ANNO

Più di tre quarti dei laureati in Italia trova lavoro entro un anno, ma le aziende oltre al diploma richiedono sempre più competenze digitali e “soft skills” (almeno una su cinque). Il 70% delle offerte di lavoro per laureati sono concentrate al Nord. Le imprese puntano, in particolare su 116 profili ad elevata richiesta, che fanno capo a 5 macro aree. Molto ricercati account manager, responsabili logistica e distribuzione ed esperti contabili.

È quanto emerge dalle ricerca “Università e Imprese per lo sviluppo dei talenti”, realizzata da Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà (FPS), presentata al Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini. Lo studio ha analizzato il trend dei laureati in Italia, la domanda di lavoro di laureati negli annunci online del 2022 e le strategie di sviluppo dei talenti delle imprese italiane.

“La quota dei laureati tra i 25 e i 34 anni in Italia è tra le più basse nei paesi OCSE – commenta Marco Ceresa, Group CEO di Randstad -, eppure l’indagine ribadisce che una laurea in Italia oggi è ancora un importante fattore di protezione dall’inoccupazione. È fondamentale, quindi, mettere in campo azioni concrete per contrastare la dispersione scolastica e incentivare i giovani a proseguire gli studi. La ricerca evidenzia poi l’esistenza di molte professioni “in comune” in uscita da percorsi di laurea molto diversi, per una similarità di competenze. È importante, di fronte alla scarsità di talenti del mercato unita ai trend demografici allarmanti, che le aziende valutino i profili da inserire a partire dalle reali competenze possedute dai candidati, oltre che dal titolo di studio”.

“La ricerca conferma che gli studi universitari sono un volano per l’accesso al mondo del lavoro”, afferma Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “Nelle selezioni le aziende guardano ai voti, al percorso accademico, ma sempre di più allo sviluppo di capacità comportamentali e soft skill: studiare è fondamentale, ma occorre anche imparare a lavorare”.

Le competenze digitali, rivela la ricerca Randstad – FPS, sono ormai pervasive in tutti gli annunci online, con picchi del 61% nell’ICT e del 53% nella statistica. Ma l’incidenza del digitale è significativa anche negli annunci relativi a marketing (19%) e area giuridica (15%). Le soft skill si rivelano importanti per tutte le aree: almeno una competenza su cinque per svolgere la professione è trasversale. Le soft skill più richieste sono: saper lavorare in gruppo, sviluppare idee creative, adattarsi al cambiamento, comunicare con i clienti, autonomia, identificarsi con gli obiettivi aziendali.

Le posizioni di lavoro offerte nel 2022 ai laureati per i 116 profili sono concentrate al Nord (70%). In testa tra le regioni c’è la Lombardia, con il 30% degli annunci, seguita dall’Emilia Romagna (13%), dal Veneto (13%) e dal Lazio (11%). La Campania, dove c’è uno dei più elevati tassi di disoccupazione giovanile, raccoglie solo il 5% degli annunci.

Le aziende sono alla ricerca principalmente di laureati in discipline tecniche e scientifiche, ma prendono in considerazione anche le lauree umanistiche valorizzando gli aspetti motivazionali e il potenziale, e integrando le competenze tecniche con la formazione interna. Nel primo esame dei cv le imprese valutano soprattutto la carriera universitaria, ma poi si concentrano su soft skill e attitudini personali dei candidati.

I Laureati italiani. Una laurea in Italia è un importante fattore di protezione dall’inoccupazione, correlato a una maggiore permanenza in stato di occupazione, maggiore livello salariale e un più rapido rientro al lavoro in caso di uscita. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati è il 75% per il primo livello e il 77% per i magistrali biennali, per arrivare al 90% per entrambi dopo cinque anni (fonte Almalaurea). Tuttavia, la quota di laureati tra i 25 e i 34 anni in Italia nel 2021 è il 21%, un livello tra i più bassi dei paesi Ocse.

I profili più ricercati. La ricerca individua 116 professioni per laureati altamente ricercate negli annunci di lavoro online nel 2022.

Nell’area Economia e Statistica, si segnalano in particolare 9 professioni ad alta domanda: account manager, responsabile logistica e distribuzione, esperto contabile, direttore generale del marketing, consulente di rischio assicurativo, analista di business, responsabile di prodotto, manager finanziario, responsabile della catena di fornitura. Nell’area Giuridica, Umanistica e Scienze Sociali 7: responsabile di reparto, responsabile dei servizi, dirigente delle risorse umane, avvocato, assistente sociale, psicologo, responsabile di questioni regolamentari.

Nell’area Architettura e Design sono altamente ricercati 8 profili: amministratore di sistemi TIC, ingegnere energetico, architetto, ingegnere industriale, ingegnere meccanico, ingegnere civile, sviluppatore web e ingegnere elettronico. Nell’area Scientifica c’è alta domanda per 7 professioni: chimico, pianificatore territoriale, ingegnere elettronico, data scientist, informatore medico-scientifico, analista software, biologo. Nell’area Informatica, si segnalano 6 profili: amministratore di sistemi TIC, sviluppatore web data scientist, designer grafico, responsabile della gestione community online, project manager TIC.

La ricerca, a cura di Randstad e Fondazione per la sussidiarietà, è presentata al Meeting per l’amicizia fra i popoli, nel talk Dalla formazione universitaria all’inserimento in azienda: come trattenere i talenti nel nostro paese.

 

Rimini, 22/08/2022 – 16,00

MEETING RIMINI, INTERGRUPPO: UN PATTO PER LA FORMAZIONE

Serve “un patto per la formazione delle competenze”. Formazione è la parola chiave dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà che ha visto protagonisti al Meeting di Rimini leader politici di diversi schieramenti. “C’è bisogno di fare un vero e proprio patto per la formazione delle competenze che tenga insieme il ruolo del pubblico e del privato, che valorizzi la capacità di investire a livello territoriale di strutture e di contesti economici che in qualche modo hanno un valore aggiunto perché radicati sul territorio”, ha detto la capogruppo del Partito democratico alla Camera, Chiara Braga, durante il dibattito Formarsi per crescere.

“L’Italia è al 25esimo posto su 27 paesi europei per il capitale umano, solo il 46% delle persone possiede delle conoscenze di base digitali – ha ricordato Braga -, questo ci consegna l’esigenza di provare a intervenire e trovare soluzioni nuove in un sistema economico che non può fare l’errore di poter credere di competere su bassi costi e basso costo sul lavoro. Se non capiamo che l’investimento in formazione e competenze è fondamentale per stare agganciati alle trasformazioni un’economia matura come la nostra rischia di essere spazzata via e di non riuscire a stare al passo”.

Da parte sua Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanza e tesoro, ha proposto di accorciare di un anno la durata delle scuole superiori. “I nostri diplomati, rispetto a quelli degli altri Paesi europei, si diplomano un anno dopo, lavorano un anno dopo, e quindi si sposano un anno dopo, fanno figli un anno dopo. Non si potrebbe far finire un anno prima anche i nostri studenti? Non morirebbe nessuno, data anche la qualità della nostra istruzione”, ha sottolineato Garavaglia. “In secondo luogo, abbiamo bisogno di personale in sanità; speriamo di togliere presto il numero chiuso in medicina. Ma c’è anche un enorme problema di carenza di infermieri. Dunque, la mia seconda proposta concreta è di istituire un liceo infermieristico di quattro anni, abilitante, per iniziare a lavorare subito”.

“Ci sono molte risorse” sulla formazione continua “che possono essere spese, abbiamo bisogno di non disperderle”, cercando di “correggere” gli sbagli fatti nel passato quando “sono state date risorse non tanto a chi doveva essere formato ma a chi formava” altrimenti “saremo sempre senza soldi senza guardare la qualità dei soldi che vengono spesi”, ha detto il deputato di Italia viva, Ettore Rosato. “Oggi dobbiamo rimettere al centro il valore del capitale umano – ha spiegato -. Oggi un’azienda industriale occupa il 7/8% del suo budget sul costo del personale, vent’anni fa aveva un costo del personale che era almeno tre volte tanto. Proprio per questo dovremmo riuscire a valorizzare di più il valore della

formazione. Questo va intercettato già nel mondo della scuola. La strada iniziata con Its e percorsi formativi va accentuata con investimenti molto più ampi”.

Infine, il presidente dell’Intergruppo, Maurizio Lupi, ha ricordato come “la politica” sia “il luogo della parte, i partiti rappresentano una parte delle idee, dei valori, ma il Parlamento è il luogo dove queste parti si confrontano e si incontrano. Questa è l’intuizione di vent’anni fa per identificare dei punti comuni per fare un percorso comune”. (SS)

 

Rimini, 22/08/2022 – 16,15

LEO, VICEMINISTRO CON DELEGA AL FISCO: “COINVOLGEREMO LE ASSOCIAZIONI DELLE FAMIGLIE NELLA LEGGE FINANZIARIA”

Nelle prossime misure fiscali “vogliamo dare la priorità alle famiglie numerose”. La promessa, al Meeting di Rimini, viene pronunciata da Maurizio Leo, Viceministro con delega al fisco, intervenuto a distanza all’incontro Finalmente una pro-community tax?, nel quale il network di associazioni ‘Ditelo sui tetti’ ha presentato il proprio punto di vista alla vigilia della compilazione della legge di bilancio.

“Dato che i numeri delle famiglie con tre o più figli non sono così elevati – ha osservato Leo – riusciremo a trovare le risorse”. Il viceministro dell’economia con delega al fisco ha poi elencato gli interventi nel mondo del lavoro dipendente: “Già in quel versante siamo impegnati sul fronte dei premi di produttività, sulla tredicesima e sugli straordinari per le fasce di reddito più basse”, ma anche nei fringe benefit per le imprese che assumono mamme e componenti di famiglie numerose.

Altri elementi “la certezza del diritto” e un fisco che sappia mostrare “un volto amico a chi assolve i suoi obblighi tributari, essendo inflessibili su chi viola le regole”.

In chiusura il viceministro Leo ha dichiarato come le famiglie saranno protagoniste dell’iter della legge di bilancio anche in prima persona: “Nella delega fiscale abbiamo inserito una norma che prevede la partecipazione e il coinvolgimento delle associazioni delle famiglie maggiormente rappresentative. Abbiamo bisogno del loro supporto per costruire norme fiscali efficaci per la famiglia”. (AC)

 

Rimini, 22/08/2022 – 16,24

MEETING RIMINI, LA SCUOLA: VERIFICHE, VERIFICHE, VERIFICHE O “SO DOVE TI STO PORTANDO”?

“C’è un dialogo possibile dentro la scuola e nasce da persone che si mettono in gioco con nuove modalità”. Così Carlo Di Michele, presidente Diesse, introduce il dialogo in Sala Neri, aperto con le esperienze di alcuni insegnanti: come Antonella Crostelli, che con le colleghe della Bottega dell’insegnare condivide il lavoro fatto in classe, “i miei errori e le mie scoperte: ho imparato così a stimare anche gli errori degli alunni, uno sguardo possibile per la vivacità di rapporti che vivo personalmente nella compagnia degli educatori”. E come Rosaria di Gaetano che ha avviato laboratori di scrittura collettiva sul metodo della scuola di Barbiana, di don Milani. “Da anni mi domandavo: come potrei essere rigenerata entrando in classe? Mi sono lasciata convincere dalla possibilità di essere educata con i miei alunni”. O come Pino Suriano che insegna il podcast e la microconferenza: entrambi i ‘prodotti’ prevedono scelta dell’argomento di apprendimento, ricerca, scrittura lenta e, infine, la revisione cooperativa: “C’è la ricerca anche formale di cosa dire in che modo. Si risponde all’esigenza di orientare la conoscenza a un fine”.

Sono queste solo alcune delle nuove modalità testimoniate, “tutte esperienze di positività” ha commentato Daniela Notarbartolo, formatrice, che ha anche fatto notare quanto la scuola possa essere, invece, solo interrogazioni e verifiche: “L’anno scolastico è un cammino in crescita: aumenta la capacità di ragionare? Si impara a parlare, a scrivere? Se la scuola, invece di un cammino, è episodica, allora l’impegno non ha ragione di essere. Cos’è l’anno scolastico: verifica, verifica, verifica o so dove ti sto portando?”.

Marcello Tempesta, docente di pedagogia all’Università del Salento, invita chi ha compiti di governo a facilitare l’emergere di nuove forme di educazione come quelle narrate. “La vita che si agita nella scuola ha a che fare con qualcosa di inesauribile perché ha a che fare con il mistero della persona”.

Per Roberto Ricci, presidente Invalsi, serve una riflessione a monte: “Tutti i paesi investiranno per ridurre l’impatto del contesto di riferimento sugli esiti degli studenti e dobbiamo decidere dove vogliamo portare la nostra scuola o si continueranno a esasperare le differenze”.

Tommaso Agasisti, del Politecnico di Milano, osserva che le esperienze dicono di un pluralismo educativo che deve essere “favorito e non ostacolato, mentre il nostro sistema scolastico si è adagiato sull’uniformità, sulla standardizzazione”. Come se in qualunque scuola debba dare la stessa offerta: “Non è possibile e nemmeno giusto, è un’avventura educativa sprigionata dai talenti di insegnanti e alunni. C’è una responsabilità in chi dirige le scuole” che non sono appena un insieme di individui che fanno cose interessanti ma “dovrebbe essere un luogo in cui intenzionalmente si portano le esperienze insieme”. (DT)

 

Rimini, 22/08/2022 – 17,12

PAOLO BENANTI AL MEETING SU ALGORITMI E AI: “L’ETICA STA NEL POTERE DIETRO AD ESSI”

Potere degli algoritmi? Più importante il “potere dietro gli algoritmi”.

Padre Paolo Benanti, docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma ed esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation, intervenendo all’edizione 2023 del Meeting di Rimini all’incontro Il potere degli algoritmi. L’uomo e la sfida dell’intelligenza artificiale, ha segnalato quali siano i veri rischi che si celano dietro le nuove tecnologie.

Se, come ha detto Nello Cristianini, professore di Intelligenza Artificiale all’Università di Bath, l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, dopo aver tentato di emulare invano la logica dell’intelligenza umana, si sia concentrata sulla previsione statistica dei comportamenti grazie a un’imponente mole di dati, Benanti, citando l’esempio dei sistemi che riescono a prevedere i guasti della Stazione Spaziale Internazionale, ha osservato: “Questi sistemi funzionano bene su dati che nascono su sistemi meccanici”. Negli uomini, invece, muniti di libertà, questi sistemi oltre che a prevedere, sono in grado di intervenire: “Quell’annuncio su un sito che mostra un libro che mi può interessare sta prevedendo il mio comportamento o sta producendo una vendita in più?”. Questo connubio tra predizione e intervento “può essere utilissimo ma anche pericolosissimo”. Il problema etico non è “nel potere degli algoritmi, ma il potere dietro gli algoritmi: ogni artefatto tecnologico nel suo entrare nella società funziona come strumento d’ordine e dispositivo di potere. Bisogna mettere al microscopio la tecnologia e vedere quale strumento d’ordine e quale dispositivo di potere sia nelle nostre relazioni sociali. L’etica della tecnologia non dice se una tecnologia è buona o cattiva, ma se l’uso in quella circostanza e in quei fini affermi, confonda o neghi altre forme di diritto al cuore della nostra società”.

In conclusione Benanti si è affidato agli esempi: l’intelligenza artificiale può essere insomma impiegata per ottimizzare l’adesione dei pazienti alla corretta terapia farmacologica per tenere sotto controllo le malattie croniche o può essere dispiegata per manipolazioni su larga scala dell’opinione pubblica. Insomma, la morale sta nei fini più che negli strumenti in sé. (AC)

 

Rimini, 22/08/2022 – 18,50

MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO CHIGI: NATALITÀ PRIORITÀ GOVERNO, PIÙ IMPORTANTE DI ENERGIA, RIFORME, IMMIGRAZIONE

“La sfida più importante riguarda l’intero governo: è quella della natalità”. Nella chiusura dell’incontro Cosa sta cambiando in Italia?, al Meeting di Rimini, il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, fissa nell’inversione della curva demografica la vera priorità dell’esecutivo di Giorgia Meloni.

La natalità, per Mantovano, “è più importante dell’approvvigionamento energetico, più importante delle riforme istituzionali, più importante della regolamentazione dell’immigrazione”.

“Un corpo sociale che rinuncia a mettere al mondo bambini – ha osservato Mantovano – è un corpo sociale che dimostra di non avere speranza nel futuro. È una sfida da affrontare in modo serio, è un percorso per tappe che metta insieme energie culturali prepolitiche e politiche e dall’altro metta da parte slogan facili. Se l’inverno demografico è l’esito di oltre cinquant’anni di politica contro la famiglia non possiamo immaginare in nove mesi di ribaltare il quadro”. “In nove mesi si fa qualche altra cosa – ha scherzato – non questa”.

I ‘segnali concreti’ nella legge di bilancio e nella delega fiscale sono parte del quadro complessivo: “Per noi l’approccio è la sussidiarietà – ha dichiarato – non il mettere lo Stato al posto della famiglia”. Utile dunque l’ultimo rapporto del Censis, che sottolinea la parola malinconia, quel ripiegamento su sé stessi che porta a non guardare al futuro e porta al rifiuto di avere figli.

“Ho aspirazione – ha aggiunto Mantovano – che il Governo incoraggi una nuova ripresa che riscopra la bellezza di mettere al mondo dei figli, che riscopra come fatto non scandaloso il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre, che rivendica come non scandaloso considerare la maternità come qualcosa che non si mette né in vendita né in affitto”. “Il figlio – ha sottolineato – non è un’autovettura che ti scegli nel catalogo, decidendone il colore non dei sedili ma degli occhi”.

“Noi siamo consapevoli – ha concluso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio – che si potrà parlare di ripresa vera quando la curva demografica riprenderà a salire, quando riprenderanno a nascere bambini, quando ogni mamma incinta verrà considerata una benemerita della società”. (AC)

 

Rimini, 22/08/2022 – 19,10

MEETING RIMINI, L’EREDITÀ DI BENEDETTO XVI: L’INTELLIGENZA DELLA FEDE DIVENTA INTELLIGENZA DELLA REALTÀ 

Andrea D’Auria, direttore del Centro internazionale di CL, motiva così l’incontro su Benedetto XVI in uno stracolmo Auditorium isybank D3, al Meeting di Rimini: “Una grande gratitudine per Joseph Ratzinger il cui pensiero teologico è stato paragonato a quello di Sant’Agostino”. I relatori scelgono di far parlare gli scritti, i gesti e i discorsi del teologo che è stato infine Papa e poi Papa emerito.

Andrea Bellandi, arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno: “Si chiedeva se fosse ancora possibile credere oggi: dove l’uomo vive nel mondo edificato su una propria interpretazione fisica e razionale del reale, verificabile e controllabile; dove la questione della presenza di Dio, fattore libero e operante nel reale, è priva di senso”. Ratzinger ne aveva rimarcato le conseguenze: l’uomo che cerca di esistere nel calcolabile resta soffocato, “vive in un edificio senza finestre dove si dà la luce da solo” senza essere in grado di rispondere alle domande fondamentali né di instaurare un dialogo con le culture nelle quali la dimensione religiosa è presente. Aveva invitato a investigare il fatto che fede e ragione cooperino alla ricerca della verità: la fede dialoga con la ragione aiutandola a non curvarsi su sé stessa. Che tipo di fede? “Non certo una fede ridotta a sentimento che al massimo può essere un analgesico per sopportare il mondo”.

Aura Miguel, giornalista e vaticanista, ha fatto oltre cento viaggi con i papi e ventiquattro con lui. “Fissando lo sguardo nel successore di Pietro, che è il mio mestiere, mi sono fatta conquistare da Benedetto XVI. Comincio dal suo funerale, dall’immensa quantità di gente che ha partecipato. Mi sono chiesta: come mai tanta gente per un papa emerito, rimasto in fondo nascosto gli ultimi dieci anni, e continuamente citato con tante critiche dalla stampa? C’è una frase nella dichiarazione di morte tumulata con lui, che spiega questa partecipazione: ‘Benedetto XVI pose al centro del suo pontificato il tema di Dio e della fede, nella continua ricerca del volto di Gesù Cristo, aiutando tutti a conoscerLo’. Lui era veramente amico di Gesù, un’amicizia cominciata da bambino”.

Essendo molto intelligente era anche molto umile e apprezzava la fede dei semplici. La vaticanista ricorda che diceva: “Nonostante tutte le ricerche scientifiche e tecnologiche la capacità di cogliere quello che veramente conta è data ai più piccoli”. Nel 2012, a 85 anni, scriveva che l’uomo porta in sé un misterioso desiderio di Dio e che tutti abbiamo bisogno di percorrere un cammino di purificazione: non si tratta di soffocare il desiderio nel cuore dell’uomo ma di liberarlo per fargli raggiungere tutta la sua altezza. “Auguro a tutti e anche a me di raggiungere questa altezza di desiderio, l’unica in grado di aprire l’orizzonte che Benedetto XVI ci ha testimoniato chiaramente”.

Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, riporta che un anno e mezzo prima della morte aveva concesso un’intervista dove mostrava di smarcarsi dai cliché e dichiarava: “Il credente si interroga, deve ritrovare continuamente la realtà di questa fede dietro e oltre le realtà opprimenti della vita quotidiana. In questo senso il pensiero di una fuga nella dottrina pura mi appare assolutamente irrealistico”. Affermava che la fede rimane un cammino durante tutto il corso della nostra vita e perciò “è sempre minacciata e in pericolo e questo è anche salutare perché sottrae al rischio di trasformarsi in ideologia manipolabile, al rischio di renderci incapaci di condividere sofferenza del fratello che dubita”. Tornielli sottolinea: “Attenzione, qui dice che i drammi, i dubbi, le ferite di chi non crede sono indispensabili alla nostra fede che deve sempre essere reimparata”. Sul fatto che la fede non è un’idea ma un incontro ribadiva: “La fede non toccherà i cuori con generici richiami ai valori cristiani. Il semplice enunciato del messaggio non cambia la vita: ciò che affascina è l’incontro con persone credenti”. E avvertiva del rischio di secolarizzazione interno alla Chiesa: “Non di rado si dà così all’organizzazione e all’istituzionalizzazione un’importanza maggiore che essere aperta verso Dio e verso il prossimo. Per corrispondere al suo vero compito la Chiesa deve fare sempre lo sforzo di distaccarsi da questa sua secolarizzazione” e Tornielli qui sottolinea: “Papa Francesco direbbe mondanizzazione” e conclude: la Chiesa si apre al mondo non per ottenere un potere attraverso l’adesione degli uomini, ma per farli rientrare in sé stessi e trovare Lui. Come riuscirci? “Non si tratta di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa. Al contrario: di deporre tutto ciò che è solo tattica”. (DT)

Rimini, 22/08/2022 – 20,58

MEETING RIMINI, BLANGIARDO: CROLLO DELLA POPOLAZIONE, MAI COSI’ GRAVE DAL PRIMO DOPOGUERRA

“Negli ultimi 9 anni si sono persi in Italia oltre un milione e 561mila residenti. Abbiamo cancellato l’equivalente della città di Milano e Brescia”. E’ l’allarme lanciato da Gian Carlo Blangiardo, già Presidente Istat, Statistico e Professore Ordinario di Demografia, Università Milano Bicocca, al Meeting di Rimini, alla presenza della ministra alle Pari opportunità, Eugenia Roccella. “Siamo di fronte a una caduta di popolazione che nella storia d’Italia si era verificata solo occasionalmente verso la fine della prima Guerra Mondiale. Un grande paese – ha aggiunto – deve anche avere una popolazione corrispondente. Noi, un poco alla volta, la stiamo perdendo”.

Poi l’allarme sulla denatalità. “Abbiamo avuto una leggera ripresa con il nuovo secolo, quando siamo arrivati a 577mila nuovi nati nel 2008. Da allora abbiamo avuto sempre meno nati rispetto al precedente anno – ha aggiunto Blangiardo -. Nel 2022 abbiamo avuto 399mila nascite, il valore più basso di sempre. Nel primo trimestre del 2023 siamo a poco più di 91mila bambini”.

La ricetta proposta è questa: “Per rilanciare la natalità sarebbe necessario creare condizioni per favorire l’uscita e la formazione di una vita autonoma da parte dei giovani”.

“Proporrò nella prossima finanziaria un pacchetto per il secondo figlio – ha detto Roccella – perché è importante che il desiderio del secondo figlio sia realizzabile e che quindi venga incoraggiato. Perché le donne desiderano figli, secondo le indagini e le statistiche, ma poi non li fanno. Noi dobbiamo togliere questi ostacoli alla libertà delle donne”. (SS-PT)